
Giorgio Gastaldi
«L’odontoiatria è cambiata molto negli ultimi anni, i nuovi materiali hanno consentito di realizzare procedure più conservative e anche la perdita di un dente può essere affrontata senza intaccare gli elementi dentari vicini». Il professor Giorgio Gastaldi, titolare dell’insegnamento di protesi rimovibile all’Università di Brescia e responsabile dell’ambulatorio di odontostomatologia e chirurgia maxillo-facciale dell’Istituto Clinico San Rocco (Ome, Brescia), conferma quanto le innovazioni in termini di approcci clinici e di materiali impiegati stiano rendendo la protesica sempre meno invasiva e più alla portata del paziente, anche dal punto di vista economico. Insieme a lui abbiamo fatto il punto sullo stato dell’arte, ripercorrendo quelle che sono le tappe più rilevanti che hanno caratterizzato il perfezionamento nel campo dell’implanto-protesi e non solo.
Professor Gastaldi, negli ultimi anni l’odontoiatria protesica è stata interessata da numerose innovazioni che hanno contribuito a migliorarne l’efficacia. Quali sono stati i cambiamenti più significativi?
Le principali novità degli ultimi anni sono state, senza ombra di dubbio, la diffusione dell’implanto-protesi e lo sviluppo delle metodiche Cad-Cam per la produzione dei manufatti protesici.
La tradizionale riabilitazione protesica conseguente alla perdita dei denti una volta richiedeva il coinvolgimento di numerosi elementi dentari sani. Oggi, con l’impiego degli impianti, molte procedure si sono semplificate e questo ha consentito un maggior rispetto della dentatura residua del paziente. Anche le edentulie più estese, che un tempo richiedevano protesi rimovibili, oggi grazie all’implantologia possono essere facilmente riabilitate con ricostruzioni protesiche fisse.
L’altra rivoluzione rispetto alle tecniche protesiche tradizionali è stata l’introduzione delle tecniche computerizzate di progettazione e di lavorazione protesica. La realizzazione della protesi dentale è passata da tecniche manuali, che facevano riferimento alla fusione a cera persa, a tecniche informatizzate che si basano sul fresaggio o sulla laser-sinterizzazione.
Anche l’impronta del cavo orale oggi sta cambiando: di fianco a quella tradizionale, che conserva la sua validità, si stanno affiancando sistemi di impronta digitale – una sorta di scansione digitale 3D – che permettono di ottenere un modello virtuale su cui il tecnico eseguirà una modellazione completamente computerizzata.
L’impiego della progettazione digitale ha influenzato anche l’approccio chirurgico dell’intervento implantologico. Lo sviluppo della chirurgia guidata ha raggiunto livelli di assoluta affidabilità: oggi, grazie a software di pianificazione implantare, è possibile progettare sulla Tac del paziente l’inserimento degli impianti. Da tale progettazione, grazie ad elaborazioni informatiche e a lavorazioni Cad-Cam, è possibile realizzare dime chirurgiche che consentono al dentista l’inserimento di impianti con assoluta precisione. Oltre a rendere le procedure più sicure e molto meno invasive, questo ha cambiato anche le tempistiche di guarigione.
In passato l’implantologia tradizionale richiedeva tempi di attesa legati all’osteointegrazione dell’impianto e alla realizzazione protesica. Oggi le maggiori conoscenze cliniche e la precisione di collocamento degli impianti hanno reso routinarie, per alcuni pazienti specifici, riabilitazioni implanto-protesiche a carico immediato: il paziente edentulo riabilitato con impianti può masticare su una dentatura fissa già dal giorno stesso dell’inserimento chirurgico.
Al miglioramento estetico delle protesi è corrisposta, in egual misura, una maggiore resa funzionale?
Sicuramente sì. Il progresso tecnologico degli ultimi anni ha aperto la strada all’impiego di nuovi materiali con caratteristiche sia estetiche che funzionali migliori. In particolare è in atto una piccola rivoluzione che ha ridotto drasticamente l’uso del binomio metallo-ceramica a favore di lavorazioni di grado estetico superiore: zirconia e ceramiche integrali.
Ovviamente non si deve mai dimenticare che il successo, l’efficienza e la durata nel tempo delle terapie protesiche e implanto-protesiche dipende da una buona salute parodontale, quindi il protocollo più importante, oggi come in passato, rimane quello relativo al mantenimento di un’adeguata igiene orale.
Protesi fissa vs protesi rimovibile: quali sono i vantaggi e le controindicazioni delle due soluzioni?
La protesi fissa, quando è realizzabile, resta sicuramente la scelta migliore. La protesi fissa solitamente riproduce una funzione e un’estetica molto simili a quelle della dentatura naturale. Ovviamente ci sono dei limiti nell’applicazione di una protesi fissa, dati dal numero e dalla posizione dei denti rimasti e dalla salute parodontale dei denti pilastro. In alcuni casi non è possibile realizzare una protesi fissa perché la lacuna dentaria è troppo estesa o perché i denti rimasti non hanno abbastanza sostegno parodontale per reggere la masticazione. In questi casi si deve ricorrere alla protesi rimovibile e, nel caso della mancanza completa dei denti, alla protesi totale. Esistono in realtà diverse possibilità protesiche rimovibili ad ancoraggio dentale o ad ancoraggio implantare che rispondono alle diverse situazioni cliniche.
Nella valutazione di quale debba essere la scelta più opportuna per il paziente si valutano il numero di denti residui, la loro salute parodontale, la quantità di osso nelle zone edentule, l’impatto estetico della protesi e gli aspetti legati alle condizioni di salute generale del paziente, che possono far prevedere il successo o l’insuccesso di una terapia.
Esistono casi in cui la riabilitazione rimovibile è interlocutoria a una riabilitazione fissa su impianti, casi in cui è facilmente pronosticabile un aggravamento della dentatura residua o un insuccesso della chirurgia implantare, e quindi la protesi rimovibile risulta essere ancora la scelta migliore.
Anche gli edentulismi totali, un tempo risolvibili solo con la “dentiera”, oggi possono essere riabilitati con protesi fissa ricorrendo all’implanto-protesi.
La tecnica all-on-four, quattro impianti che sostengono l’intera arcata masticatoria, ha aperto un nuovo modo di considerare l’edentulismo. La concezione di protesi totale è cambiata drasticamente: anche mantenendo una protesi rimovibile, quando è possibile, è doveroso ricorrere all’ancoraggio implantare.
Queste soluzioni, che hanno un costo accettabile per molti pazienti, conferiscono alla protesi totale una capacità masticatoria più simile a quella della dentatura fissa e migliorano di molto la qualità di vita del paziente.
Vincenzo Marra
Giornalista Italian Dental Journal