Sabato 23 settembre a Milano si tiene il corso di aggiornamento monotematico della Società italiana di protesi e riabilitazione orale (Sipro) dal titolo “Principi biologici relativi al disegno, alla topografia e al posizionamento del collo implantare e implicazioni protesiche”. Una delle relazioni è tenuta dal dottor Carlo Poggio con l’odontotecnico Mario Zangarini e tratta l’argomento degli impianti monofasici tissue level. L’utilizzo di impianti monofasici con moncone protesico integrato nel corpo dell’impianto consente di semplificare i passaggi della terapia, in particolar modo nei casi di carico immediato su arcate complete.
Caso clinico
In una paziente di 75 anni, con una protesi inferiore parziale rimovibile, realizzata circa trent’anni prima e sostenuta da elementi dentali nel settore anteriore, la perdita degli ultimi elementi di sostegno dell’arcata inferiore ha determinato la necessità di una nuova terapia protesica. Nell’arcata superiore la paziente aveva già una protesi fissa su impianti realizzata dieci anni prima.
A seguito della perdita per infiltrazione marginale degli elementi dentari residui inferiori si è resa necessaria la conversione della protesi inferiore in una protesi di tipo completo. La paziente presentava volumi ossei limitati nei settori posteriori, in conseguenza della perdita precoce degli elementi dentari e dell’utilizzo per molti anni di protesi rimovibile. Presentava uno spessore esiguo di tessuti cheratinizzati.
Su richiesta della paziente si è proceduto alla progettazione di una protesi inferiore su impianti di tipo fisso, con impianti inclinati nei settori posteriori. In considerazione del progetto di carico immediato sono stati scelti impianti di tipo monofasico tissue level. L’utilizzo di impianti monofasici con moncone protesico integrato nel corpo dell’impianto consente di semplificare i passaggi della terapia.
Rispetto all’arcata superiore, realizzata anni prima in chirurgia non guidata e protesizzata a carico immediato in modo analogico, si è optato per una progettazione e realizzazione interamente digitale, tramite chirurgia guidata con dime scomponibili (P cube, Oxy Digital Solutions). La paziente è stata sottoposta a una scansione intraorale (Trios 3, 3Shape) delle due arcate (superiore con protesi fissa su impianti, inferiore edentula). La protesi inferiore rimovibile è stata scansionata e utilizzata per le scansioni della relazione maxillo-mandibolare.
A partire dalle scansioni intraorali il laboratorio (Dental Art, Saronno) ha realizzato una dima radiologica con reperi radiopachi. La paziente è stata sottoposta a esame Cbct (Newtom Giano HR) con la dima posizionata in bocca, e una nuova scansione intraorale è stata realizzata.
A partire dall’esame radiografico e dalla scansione è stata realizzata la progettazione del posizionamento implantare di 4 impianti Fixo (Oxy Implants) e la realizzazione di una protesi fissa a carico immediato in Pmma con armatura metallica. Tutte le fasi di programmazione prechirurgica sono state gestite tramite scansioni intraorali.
La dima di posizionamento degli impianti è stata realizzata con una struttura di tipo componibile. Una base inferiore in resina stampata rinforzata da una porzione metallica con fori dotati di filettatura è stata collegata a una struttura in resina stampata, progettata per ottenere la posizione maxillo-mandibolare e per guidare l’alloggiamento della prima dima. Pin di fissazione dotati di filettatura sono stati posizionati e, dopo aver verificato la stabilità della dima, la struttura superiore per il posizionamento è stata rimossa, lasciando in sede la porzione primaria della dima, fissata dai pin.
Grazie all’accessibilità dei tessuti sono stati preparati lembi ai fini di preservare il poco tessuto cheratinizzato esistente. Successivamente una struttura rigida in metallo per il posizionamento degli impianti è stata avvitata sulla base inferiore, i 4 impianti sono stati posizionati utilizzando una sequenza di frese per chirurgia guidata. Al termine dell’inserimento implantare la struttura metallica per il posizionamento degli impianti è stata rimossa svitandola, agli impianti sono stati collegati i cilindri in metallo, la protesi provvisoria è stata posizionata collegandola alla struttura primaria tramite le viti. I cilindri metallici sono stati collegati alla protesi provvisoria tramite un cemento duale, infine la protesi è stata rimossa per essere rifinita.
Al termine delle procedure la struttura primaria trattenuta dai pin di fissazione è stata rimossa, procedendo alla sutura e al posizionamento della protesi provvisoria.
La paziente è stata istruita a evitare carichi occlusali eccessivi seguendo un’alimentazione opportuna, con controlli fissati a 1, 4 e 8 settimane. Dopo tre mesi la protesi provvisoria è stata rimossa e tramite scansione intraorale si è proceduto alla realizzazione di una protesi definitiva in zirconia monolitica rinforzata da una barra in titanio. La protesi è stata completata in due appuntamenti: nel primo con prova della barra con provino in Pmma per verifica occlusale; nel secondo con consegna della protesi finita.
Conclusioni
L’utilizzo di impianti monofasici tissue level consente di semplificare il flusso clinico nel trattamento di edentulie complete gestite con metodiche di carico immediato. In associazione con la chirurgia guidata tramite dime scomponibili, rende possibile un controllo molto elevato sia delle fasi chirurgiche (gestione tessuti duri e molli) che delle fasi protesiche.
Sabato 23 settembre a Milano al corso di aggiornamento monotematico della Società italiana di protesi e riabilitazione orale (Sipro) dal titolo “Principi biologici relativi al disegno, alla topografia e al posizionamento del collo implantare e implicazioni protesiche” verranno analizzate le varie opzioni di gestione del posizionamento e forma delle connessioni implantari, dal punto di vista dell’ottimizzazione del risultato protesico.

Carlo Poggio
Libero professionista a Milano Socio fondatore Sipro Past president Aiop