La paziente N.S. di anni cinquantuno, a seguito di un trauma, si presenta alla nostra osservazione senza la corona clinica (recuperata ma inutilizzabile) e con la radice di 2.1 ancora in situ (figg. 2 e 3).
Nel totale rispetto delle terapie conservative, il rammollimento dentinale sconsiglia alternative all’implantologia. Spiegate le possibilità sulle tecniche di ripristino, immediato e differito, la paziente sceglie la via dilazionata. Avremmo preferito il sostegno tissutale immediato, ma tempi e modi non coincidono con le esigenze della paziente.
Programmiamo pertanto l’estrazione e l’impronta (fig. 8) per un provvisorio in nylon, spiegato nel dettaglio alla paziente nei suoi ampi vantaggi, senza trascurare i limiti di una riabilitazione mobile.
Trascorsi circa tre mesi, rientriamo e posizioniamo l’impianto, cercando di mantenere un profilo di emergenza simile all’elemento contro laterale, seguendo la direzione dell’elemento dentale avulso.
L’1.1, infatti, presenta una parabola leggermente riassorbita distalmente come il laterale di sinistra. Lo spessore dei tessuti e le parabole non sono entusiasmanti ma compatibili al biotipo tissutale e al mancato sostegno iniziale. In ogni caso, la paziente è comunque soddisfatta del risultato e i controlli nel tempo (due anni) testimoniano un miglioramento dei tessuti molli (fig. 21). Valuteremo l’eventuale rientro con chirurgia muco-gengivale.
La riabilitazione intermedia in nylon (Valplast) ci ha dato soddisfazioni sia in termini di tenuta che di risultato estetico, e anche la paziente ci conferma un buon grado di comfort anche nella vita di relazione per tutto il periodo dell’osteointegrazione. La protesi provvisoria in nylon resta un’ottima scelta intercettiva per compensare i “lavori in corso”, impiegata ormai da molti colleghi e consacrata nel nostro Paese da pochi anni, considerando che la sua nascita, oltre oceano, risale al 1953.

Aldo Crespi
Libero professionista
D’accordo per il provvisorio in nylon; ma volevo solo chiedere se l’apice dell’impianto non sia all’interno della fossa nasale o se non si tratti si una proiezione radiografica particolarmente inclinata. Per il resto non ho nulla da dire: un lavoro più che dignitoso.
il valplast e’ ottimo materiale con l’unico limite di nn essere modificabile (ribasatura ecc.).Alla fine direi un buon lavoro,peccato per la corona protesica un po’ troppo grande rispetto al 1.1
saluti.
Pienamente d’accordo con l’uso del Valplast in queste situazioni, ma data la scelta di differire l’inserimento implantare come mai non hai preso in considerazione l’eventualità di una rigenerazione post-estrattiva dell’alveolo con l’inserimento di biomateriali ?
Penso che ti avrebbe garantito il mantenimento dei volumi ossei orizzontali e verticali.
Comunque devo dire che il risultato estetico appare in ogni caso soddisfacente e Ti faccio i miei complimenti
Complimenti per l’ottimo lavoro e per il risultato più che soddisfacente considerata la elevata difficoltà dell’ottenere un buon risultato estetico riabilitando un unico elemento centrale. Non credo sia possibile una discrepanza tra le dimensioni delle corone dato che è stato sfruttato lo spazio naturale che occupava la corona naturale. È’ stato forse mantenuto un profilo marginale un pochino più bombato per evitare l’effetto del “triangolo” nero.Ho interpretato correttamente? Ancora complimenti!
Caro MAUROPON,
ti confermo che l’impianto invade la fossa nasale, come per altro accade nei rialzi del mascellare.
Apprezzo e ti ringrazio per la tua osservazione e ti auguro buon lavoro.
Aldo
Caro GFOCA,
se il Valpast è originale il laboratorio “certificato” può correggerlo, si tratta di una evenienza rara, trattandosi di un provvedimento intercettivo, specie se l’impronta è perfetta.
Le dimensioni del centrale erano dettate dagli spazi esistenti.
In ogni caso, come ho scritto più volte, al meglio non esiste fine, quindi non posso che comprendere ciò che scrivi.
Aldo
Caro Roberto,
la tua osservazione è certamente attuale e condivisibile, ci sono molti casi in cui usiamo riempimenti diversi ed altri che ci accontentiamo del coagulo,
pensando che Madre Natura resta un’ottima alleata, almeno quando non rema contro.
Apprezzo e ti ringrazio per il tuo intervento e naturalmente buon lavoro.
Aldo
Cara Pamela,
non solo hai interpretato al meglio ma hai colto l’essenza. Questo è motivo di soddisfazione, non solo professionale, ma anche il sottile piacere di affinità elettive.
Buon lavoro e naturalmente grazie.
Aldo
Anzitutto complimenti per il caso clinico.
Vorrei tornare sul provvisorio in nylon. Premetto che non ho grandissima esperienza con questo tipo di provvisorio; le mie perplessità nascono dal riscontro di molta ritenzione di placca sui denti “pilastro” legata alle estese ali vestibolari e palatali della protesi e dal timore che la flangia vestibolare possa esercitare compressione sulla zona più critica del sito pre e postimplantare ( quella vestibolare appunto ), provocando perdita di tessuti duri e molli.
Cosa ne pensi?
Nel caso in questione il provvisorio è stato posizionato in situ subito al termine della prima fase chirurgica implantare?
Grazie, cordiali saluti.
Caro Massimiliano,
le tue perplessità erano le mie, ma usandolo da molti anni ho capito che per quanto legittime erano infondate. Se comprime troppo la flangia vestibolare la puoi scaricare con frese apposite. Ho posizionato il Valplast subito.
Se ti servono altri chiarimenti non esitare, il prodotto ci ha reso la vita di studio più facile.
Un caro saluto e buon lavoro, Ti ringrazio per il tuo apprezzamento.
Aldo
Buongiorno.
Mi chiedevo se il piano terapeutico avesse del tutto trascurato la presenza di abfractions cervicali, e dunque un evidente problema masticatorio sui posteriori con conseguente spostamento dei contatti dentali sui frontali, per una scelta della paziente o per altri motivi.
Grazie.
Cara Collega,
come immagini il caso non è finalizzato, abbiamo solo enfatizzato l’impiego di Valplast. ( come specificato nel testo )
Nella nostra attività quotidiana informiamo tutti i pazienti che presentano para-funzioni al fine di presentare un piano terapeutico individualizzato.
Come sempre grazie per la tua segnalazione e naturalmente buon lavoro.
Aldo