Recentemente un nuovo dispositivo distalizzante monolaterale o bilaterale su miniviti palatali, denominato MaXimo (fig. 1), è stato proposto dal nostro gruppo di lavoro. Tale dispositivo utilizza l’espansore Leaf Expander (Leone), che ha la caratteristica di presentare all’interno del suo corpo alcuni elementi elastici formati da piccole balestre realizzate in nichel-titanio. Sebbene la vite Leaf Expander sia stata progettata per l’espansione lenta del palato, le sue caratteristiche di rilascio graduale di forza costante con attivazione mensile ne fanno un buon candidato per un distalizzatore su miniviti palatali, qui denominato MaXimo. Tale considerazione deriva dal concetto che il movimento dentale ottimale richiede forze continue e costanti proprio come da vite Leaf Expander.
Riguardo alle forze ottimali per distalizzazione, in letteratura vengono indicati circa 250 grammi (per lato) in caso di mancanza dei secondi molari e circa 500 grammi (per lato) in caso di distalizzazione con i secondi molari. In particolare, le due versioni della vite Leaf Expander rilasciano 450 grammi e 900 grammi di forze e sono quindi indicate, rispettivamente, per la distalizzazione monolaterale e bilaterale in caso di presenza dei secondi molari.
Protocollo “All at Once”
Nella distalizzazione con miniviti palatali, l’entità del drifting distale dei premolari, sebbene favorevole, rimane non predicibile e solitamente non completo. Nel presente articolo viene dimostrata come possibile una distalizzazione massiva all’arcata superiore (ad eccezione degli incisivi), qui definita come “All at Once”.
Tale risultato è stato ottenuto combinando un dispositivo sufficientemente rigido come il MaXimo con l’ancoraggio palatale. Tale distalizzazione può essere ottenuta con aggiunta di lace-back metallici tra primo molare e canino per tutta o gran parte della fase attiva di distalizzazione. Inoltre, la corretta sequenza degli archi vestibolari previene eventuali tipping o rotazioni dei premolari e canini.
Caso clinico
La paziente C.M. di 12 anni e 1 mese (fig. 2) si presenta alla nostra osservazione con una prima classe scheletrica ipodivergente (ANB, 2.9° e Sn-GoGN, 20.3°, fig. 5) senza contrazione palatale, associata a lieve retrusione degli incisivi superiori (106.8°), mentre gli inferiori si presentano con inclinazione nella norma (96.3°). Si riscontrano seconde classi dentali oltre la mezza cuspide in assenza di affollamento all’arcata inferiore, mentre nella superiore si rileva un lieve disallineamento (fig. 3). Il morso risulta notevolmente profondo e l’overjet è aumentato. I secondi molari sono erotti in tutto o in parte (figg. 3 e 4). Alla Opt si evidenziano le gemme degli ottavi presenti nell’arcata superiore (fig. 4).
Si decide quindi di distalizzare con il dispositivo MaXimo bilaterale con molla da 900 grammi e vite Leaf Expander da 10 mm (attualmente sostituita dall’azienda costruttrice con una da 9 mm, fig. 6). Nella stessa seduta è stato eseguito un bondaggio completo fino ai secondi molari con attacchi MBT a slot 022. Il lace-back è stato eseguito al terzo mese di distalizzazione ed è stato tenuto fino alla fine di questa fase. La fase di distalizzazione è durata in tutto 12 mesi con ottenimento di una distalizzazione “All at Once” e prime classi molari e canine da entrambi i lati (fig. 6). Lo spazio creato in seguito a distalizzazione è localizzato tra canini e incisivi laterali soprattutto da un lato. Il lace-back tra gli incisivi ha inoltre evitato l’apertura di diastemi tra questi denti. Non si sono riscontrate rotazioni o tipping corono-distali dei premolari o dei canini. Durante la fase di distalizzazione non sono stati riportati disagi o sintomi degni di rilievo da parte della paziente e il mantenimento dell’igiene è stato ottimale. Non sono stati riscontrati perdita di ancoraggio anteriore o vestibolarizzazione degli incisivi, rotture del dispositivo o perdita delle miniviti.
Conclusioni
L’utilizzo delle miniviti palatali è sempre più comune in ortodonzia e tra gli usi più frequenti vi sono la distalizzazione dell’arcata superiore. In particolare, la possibilità di eseguire distalizzazione con massimo ancoraggio, anche in presenza delle gemme dei denti del giudizio, rappresenta certamente un valido motivo per il loro utilizzo. Inoltre, l’inserzione delle miniviti non comporta uso di pratiche chirurgiche particolari e la loro rimozione è altrettanto semplice e sicura.
Infine, il distalizzatore MaXimo presenta vantaggi in termini di economicità rispetto ad altri distalizzatori su miniviti palatali, essendo per gran parte già assemblato dal costruttore. La distalizzazione “All at Once” può essere una procedura valida in termini di efficienza della terapia ortodontica. Inoltre, non richiede particolari procedure ed è in grado di ridurre i tempi di terapia.
Autori
Giuseppe Perinetti Specialista in ortodonzia Libero professionista a Nocciano (Pescara) e Pordenone
Alex Bruno Laboratorio Ortotec per l’ortodonzia di Tricesimo (Udine)
Paolo Tonini Laboratorio Ortotec per l’ortodonzia di Tricesimo (Udine)

Giuseppe Perinetti
Specialista in ortodonzia, Libero professionista a Nocciano (Pescara) e Pordenone