Il paziente L. G. di anni 85 presenta condizioni dento-parodontali trascurate come si evince in prima visita (fig. 1). La spinta a recarsi in studio è la perdita della corona in posizione 3.2.
Le condizioni per un recupero conservativo del residuo radicolare teoricamente esistono, anche se comprendiamo esistono diverse scelte riabilitative. Considerando la richiesta del paziente e la sua età, scegliamo questa strada terapeutica.
Le condizioni del residuo radicolare, in particolare la dimensione verticale, ci fa riflettere sull’impiego del classico perno in fibra: una sicura ritenzione in tali condizioni è probabilmente a rischio.
L’esperienza di molti anni in casi similari ci ha portato a riesumare le obsolete viti che, se avvitate con la massima delicatezza e opportuno cemento elastico, offrono ritenzioni maggiori senza rischio di frattura. Del resto, in un caso del genere, se si vogliono maggiori garanzie non esistono alternative se non l’estrazione e l’impianto.
Prepariamo quindi il moncone così ricostruito (figg. 7 e 8) e controlliamo la preparazione con una radiografia (fig. 9). Procediamo con una prova metallo (fig. 10) e quindi ci affidiamo al tecnico per le caratterizzazioni del caso (fig. 11).
Il paziente è entusiasta del risultato, noi siamo consapevoli di alcune criticità: profilo di emergenza, parabola vestibolare, spazi interprossimali, ecc. Tuttavia, considerando le variabili come l’età e l’entusiasmo manifestato, cementiamo il manufatto ricevuto dal laboratorio (fig. 12) e controlliamo con radiografia finale (fig.13).
Il caso rientra comunque nei parametri clinici Ebm (Evidence Based Medicine), nonostante la discussa vite endo-canalare, per la quale probabilmente alcune fortunate correnti di pensiero mai hanno avuto de-cementazioni di corona con tanto di perno in fibra, che invece possono verificarsi nonostante il rispetto maniacale di tutti i protocolli adesivi.

Aldo Crespi
Libero professionista a Corsico (Milano)
ottima TC la cosa + difficile di quel recupero.
Saluti.
Ti ringrazio gentile collega,
condivido pienamente la tua considerazione in merito alla difficoltà della terapia canalare, come sappiamo gli incisivi inferiori sono spesso non semplici, se poi consideriamo l’età del paziente la reperibilità del canale o dei canali, può diventare impegnativa.
In questo caso è andata relativamente bene.
Un caro saluto e come sempre buon lavoro.
Aldo