A questo paziente il suo dentista aveva proposto l’estrazione del 3.2 e il “tentativo” di otturare il 3.3 durante l’intervento.
Non tanto contento di dover estrarre un incisivo inferiore che egli sentiva “forte”, si era rivolto a me per sapere se ci fosse un’alternativa.
Effettivamente, alla radiografia il 3.2 appariva piuttosto compromesso: vecchie otturazioni, terapia canalare “dubbia”, strumento fratturato nel terzo coronale della radice, supporto parodontale residuo scarso, ma clinicamente era stabile ed esteticamente ancora accettabile.
La decisione è stata quella di salvarlo e procrastinare una eventuale implantologia.
La soluzione di aprire un lembo mucoperiosteo (solo vestibolare) ha consentito di poter isolare i denti in questione per effettuare le otturazioni, ma anche di poter avere accesso alle radici per levigarle e al margine osseo per effettuare una leggera osteoplastica.
Il trauma è stato minimo e il risultato soddisfacente per il paziente.
Questo è un caso esemplificativo di come si possa, con poco, recuperare elementi compromessi ed evitare al paziente costi economici e biologici maggiori.

Paolo Gaetani
Libero professionista a Lecce
Caro Paolo,
un grande esempio di terapia ” conservativa ” e di rispetto per il pensiero del paziente.
Come sapientemente scrivi non preclude nessuna strada futura, molto apprezzabile la clinica e l’approccio minimamente invasivo.
Un saluto e come sempre buon lavoro.
Aldo
Buongiorno dott.Gaetani. Avresti potuto utilizzare cvi?
Grazie Aldo per le belle parole!
Giuseppe, il cvi è un’opzione possibile. Io ho usato il composito per la sua maggior maneggevolezza e lucidabilità, l’importante è stato isolare il campo.