Attualmente è dimostrato come, per ottenere un eccellente risultato funzionale ed estetico nelle riabilitazioni implantari fisse, sia indispensabile la sinergia tra il clinico e il laboratorio odontotecnico. Obiettivo del medico sarà quello di pianificare tecniche chirurgiche e di condizionamento tali da ottenere tessuti sani e rimodellati per accogliere il manufatto protesico. Obiettivo del tecnico sarà quello di utilizzare le informazioni inviategli per realizzare una protesi il più possibile precisa e mimetica. A tal fine la metodica di impronta che utilizza transfer individualizzati (o Tecnica di Replica del Tragitto Mucoso) è risultata, nella nostra esperienza clinica, una delle migliori per trasmettere al tecnico tutte le informazioni utili a realizzare corone su impianti altamente estetiche e con un corretto profilo di emergenza.
La chiave del successo per ottenere un’eccellente estetica in una riabilitazione su impianti sta ovviamente in una puntuale e scrupolosa gestione dei tessuti molli. Il team composto da clinico/i e laboratorio odontotecnico dovrà ottenere un buon equilibrio tra posizione e diametri implantari, contorno dei tessuti molli, estetica e funzionalità dei manufatti. A tal proposito l’utilizzo corretto delle corone provvisorie ed eventualmente di tecniche rigenerative e/o parodontali è fondamentale al fine di condizionare al meglio le mucose che accoglieranno, infine, le corone definitive. Onde però evitare che, in fase di impronta, molti dei risultati ottenuti con il condizionamento vadano perduti, è indispensabile avvalersi di una tecnica di rilevazione corretta. La tecnica di replica del tragitto mucoso è appunto una metodica d’impronta appositamente concepita per dare al tecnico non solo l’esatta posizione delle fixtures, ma anche tutte le informazioni utili sui tessuti molli precedentemente condizionati dal clinico (figg. 1-2).
Diagnosi e piano di trattamento
La paziente, 56 anni, si presenta al nostro studio per risolvere un’edentulia parziale dell’emiarcata superiore di sinistra (figg. 3-4). Non presenta alcuna patologia sistemica e non è fumatrice. Vorrebbe inoltre evitare ponti o elementi congiunti per poter effettuare un’igiene orale come su denti naturali. Il piano terapeutico proposto consisterà quindi nell’inserimento di 3 impianti (zona 2.4.-2.5.-2.6.) e nella sostituzione, per motivazioni estetiche, di una preesistente corona in ceramica sull’elemento 2.3.
Finalità e risultati attesi
Al termine della terapia ciò che vorremo sarà una riabilitazione protesica che abbia ripristinato completamente la funzionalità masticatoria e che risponda alle esigenze estetiche della paziente.
Sequenze terapeutiche
Dopo la pianificazione del caso e la realizzazione di una dima chirurgica (fig.5) su modelli in gesso preliminari, procediamo con l’intervento che consisterà nell’inserimento dei tre impianti (Sweden & Martina Premium Ø 4.25 e Ø 5.00) e in un piccolo curettage e rigenerativa della zona mesiale all’elemento 2.7 (fig. 6-7-8). Attese 12 settimane e valutata visivamente e radiograficamente la corretta guarigione dei tessuti (figg. 9-10), si procederà con la realizzazione di un provvisorio (fig. 11) e con il suo posizionamento intraorale che consentirà, oltre alla ripresa della funzionalità masticatoria della paziente, anche un corretto condizionamento dei tessuti perimplantari (fig. 12).
Trascorsi 20 giorni dal posizionamento del provvisorio avvitato, si procederà alla presa dell’impronta con l’utilizzo della tecnica di replica del tragitto mucoso. Questa operazione, successiva alla rimozione del provvisorio dal cavo orale del paziente, è atta a evitare le imprecisioni sull’impronta dovute al rapido collassare dei tessuti molli attorno ai collari implantari, conseguente alla mancanza di un adeguato sostegno fisico. L’obiettivo della tecnica è ovviamente quello di replicare, in fase di impronta, un tragitto mucoso identico a quello realizzato mediante il condizionamento dei tessuti con i provvisori.
La prima fase consiste nello smontare i provvisori, connetterli ai relativi analoghi da laboratorio e inserirli in un blocco di materiale da impronta (Putty Elite HD+ Zhermack) in modo da stabilizzarne la posizione (figg. 13-14). Atteso il tempo di polimerizzazione necessario, i provvisori vengono nuovamente svitati dal blocco di materiale e, sugli analoghi lì rimasti, si avvitano i transfer corrispondenti da individualizzare (figg. 15-16). La personalizzazione avverrà utilizzando una resina autopolimerizzante fluida che andrà, una volta indurita, a replicare in modo perfetto la base dei nostri provvisori. Sviteremo quindi i transfer dal blocco e procederemo con il loro posizionamento nel cavo orale del paziente. Al termine del posizionamento, è sempre consigliabile effettuare una radiografia di controllo per verificare che tutti i transfer siano connessi con l’impianto in modo corretto e che quindi, la resina non abbia generato tensioni che possano averne, anche se lievemente, modificato il corretto alloggiamento.
A questo punto si procederà con il rilevamento dell’impronta utilizzando un portaimpronta individuale forato e un polivinilsilossano a due viscosità (Hydrorise Heavy Body e Light Zhermack).
Risultati ottenuti
Il risultato finale sarà un’impronta che, contenendo i transfer customizzati, replicherà esattamente posizione degli impianti e soprattutto l’avvenuto condizionamento dei tessuti perimplantari (fig.17).
Eseguite quindi le prove finali di struttura, morfologia ed estetica ,viene consegnato il lavoro finale (fig.18). Controllo finale radiografico (fig.19). Da notare come, anche subito dopo la cementazione definitiva dei manufatti, i tessuti appaiano di colore rosa e con papille già ben rappresentate, frutto del precedente condizionamento e del minimo stress compressivo subito (fig. 20).
Conclusioni
Dalla nostra esperienza clinica appare quindi chiaro come la tecnica di replica del tragitto mucoso risulti essere un ausilio semplice, efficace e facilmente riproducibile per ottenere risultati estetici eccellenti. I tessuti infatti non subiranno traumi irritativi durante tutto il corso della loro maturazione, potendo così essere riprodotti fedelmente e accogliere in maniera armoniosa e naturale i manufatti protesici finali.
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Autori: Andrea Bastieri, Serena Gaudiano, liberi professionisti in Matera
Gli autori ringraziano il Sig. Paolo Barone per la valida parte odontotecnica

Andrea Bastieri
Libero professionista in Matera
nonostante la tecnica sia datata rimane sempre valida e attuale,anche se posteriormente il condizionamento tissutale nn e’ prioritario come anteriormente e quindi poco usato.