Una paziente donna di 71 anni si è presentata in studio richiedendo la sostituzione dei restauri in composito incongrui e di dimensione eccessiva del primo e del secondo molare inferiori di destra (46 e 47). La corona naturale presentava ancora una piccola quantità di struttura residua e la paziente non desiderava rimuovere ulteriore struttura dentale.
Al fine di assicurare una base di dentina dura, esente da carie, sono stati eseguiti tre controlli consecutivi con un rilevatore di carie (Caries Marker, Voco). È stato misurato lo spessore delle cuspidi residue ed è risultato essere di 3 mm alla base. I margini sono stati fortemente bisellati per massimizzare la quantità del materiale da restauro, pianificata con una riduzione minimale nella regione delle cuspidi, ottenendo così un’ampia superficie di contatto. Per le aree della cavità da trattare, non sono stati pianificati contatti in centrica o altri contatti funzionali estesi.
Le preparazioni sono state micro abrase con aria con ossido di alluminio da 27 micron. È stata poi eseguita una mordenzatura selettiva dello smalto con acido ortofosforico al 33%, seguita da adesione con Futurabond U (Voco). Le cuspidi linguali del dente 46 sono state create a mano libera utilizzando la tinta universale di Admira Fusion x-tra (Voco), un composito a base di pura ceramica per tecnica bulk-fill. Le cuspidi sono state allargate verso l’aspetto centro-occlusale progressivamente in incrementi di 2 mm. In questo caso, il fattore fondamentale è stato di non applicare questo materiale bulk-fill in una massa unica, assicurando così ogni volta la massima profondità di polimerizzazione.
Dopo aver polimerizzato la base delle cuspidi linguali, è stata utilizzata una matrice sezionale (V3, Triodent). Nell’area del pavimento gengivale del box prossimale, è stata utilizzata una piccola quantità di Admira Fusion Flow (tinta A3) in tre incrementi da 0,25 mm (estremamente sottili) per assicurare la completa e massima ibridizzazione marginale e l’adattamento. Le creste marginali sono poi state completate in modo incrementale con Admira Fusion x-tra (tinta U).
I lobi buccali sono stati stratificati in modo individuale con Admira Fusion x-tra prima di utilizzare la tecnica di caratterizzazione intralobo di Tam (marrone, FinalTouch, Voco) per personalizzare il tono del colore. Nel passaggio successivo, le cuspidi linguali sono state modellate in modo individuale, completando così il design dell’anatomia occlusale. Dopo la completa finitura del dente 46, sul dente 47 è stata applicata una matrice (Omnimatrix, Ultradent: cresta marginale distale; V3, Triodent: cresta marginale mesiale). Il 47 è stato stratificato in modo similare, utilizzando nuovamente la tinta universale del materiale per tecnica bulk-fill.
Sulle creste triangolari di 46 e 47 è stata applicata una piccola quantità di colore bianco per l’individualizzazione, imitando l’ipocalcificazione dello smalto. È stato poi applicato uno strato di glicerina e il composito è stato polimerizzato completamente attraverso la glicerina al fine di evitare lo strato di inibizione dell’ossigeno. Si sono rese necessarie solo minime modifiche occlusali.
Prendendo in considerazione le caratteristiche fisiche della tecnologia Ormocer (elevata resistenza alla compressione e bassa flessibilità), l’occlusione è stata strumentata per instaurare lievi punti di contatto centrici, senza contatti laterali estesi o interferenze. I restauri sono stati rifiniti sotto acqua spray e lucidati a elevata brillantezza con uno strumento per lucidatura monofase (Dimanto, Voco).

Clarence Tam
La dottoressa Clarence Tam esercita la libera professione a Remuera, Auckland (Nuova Zelanda), concentrandosi soprattutto sull’odontoiatria cosmetica e restaurativa. È direttore e presidente della New Zealand Academy of Cosmetic Dentistry.
Cara Clarence,
nel panorama odontoiatrico la conservativa ad alto livello resta una vera “pietra miliare” che attesta la passione per la professione.
Un cordiale saluto e come sempre buon lavoro.
Aldo
Gentile collega, non pensi che una ricostruzione così ampia, per la grave mancanza di sostanza dentaria, effettuata con tecnica diretta, possa esporre gli elementi interessati a complicazioni a medio – lungo termine come microfratture, infiltrazioni… dovute allo stress da masticazione? In effetti mi chiedo: “quando c’è l’indicazione per una ricostruzione di tipo indiretto se non in un caso come questo?”.
Caro Paolo,
perdona l’intromissione alla tua legittima e logica domanda, ma non conosciamo tutte le variabili del caso, come la struttura in cui opera la collega, la disponibilità del paziente sotto tutti i punti di vista, che potrebbero ( compromesso pratico ) condizionare la scelta diretta o indiretta.
Un caro saluto e buon lavoro.
Aldo