Il paziente si presentava presso il mio studio a seguito di un trauma a carico del 2.1 (fig. 1) cui, presso un presidio di pronto soccorso, era stato applicato un materiale resinoso a scopo protettivo. Una risposta nella norma al test di vitalità e nessun riscontro negativo all’esame radiografico hanno fatto propendere per un trattamento diretto.
La selezione delle masse composito da utilizzare nel trattamento è stata effettuata non solo in base alla tinta e alla sua saturazione (croma), ma soprattutto in base all’opacità delle masse da utilizzare. Per il restauro dell’elemento si è scelto il sistema composito Mosaic (Ultradent), che dispone di masse opache (dentine di diverse tinte con gradi di saturazione diverse) e masse traslucenti (smalti) di diversa opacità e cromatismo.
Per la selezione delle masse si è applicato del composito opaco a livello cervicale e si è individuata la tinta A con un grado di saturazione 3 (Mosaic, dentina A3).
Con una foto polarizzata si è stabilito quali fossero le aree di più opacità e quali di più traslucenza. Con la stessa foto polarizzata si è stabilito che il margine incisale era leggermente meno saturo, per cui si è deciso di utilizzare una massa A2 (Mosaic, dentina A2). Lo smalto scelto (Mosaic, smalto naturale) è uno smalto poco cromatico e a valore (brillantezza) intermedio.
Dopo anestesia e isolamento con diga di gomma (preparata con l’ausilio del PacDam – pacdam.org) è stata effettuata una preparazione orizzontale arrotondata nella parte vestibolare e piatta interprossimale e palatale (fig. 2).
Dopo l’adesione con un sistema etch and rinse (UltraEtch + Peak Universal Bond, Ultradent), la parete palatale (Mosaic, smalto neutro) e il margine incisale (Mosaic, dentina A2), sono stati apposti sulla mascherina in silicone, preparata su un mock-up diretto e demarcata, per definire la sua parte mancante, con uno strumento appuntito. La mascherina, con al suo interno il composito non ancora polimerizzato, è stata portata in bocca e il composito è stato adagiato spingendo il materiale con un pennellino per farlo adattare all’elemento dentale. Il composito è stato poi polimerizzato e, prima di rimuovere la mascherina, è stato apposto e polimerizzato tra la parete di composito e il margine dentale un sottile strato di flow (PermaFlo A3, Ultradent) (fig. 3).
Con l’aiuto di una matrice sezionale (Omni-Matrix Sectional, Ultradent) è stata ricostruita la parete interprossimale con uno smalto ad alto valore e con un discreto grado di opacità (Mosaic, opaco bianco). Il corpo dentinale è stato stratificato e modellato prendendo in considerazione le traslucenze e le opacità rilevate nelle foto iniziali e nelle foto polarizzate (fig. 4). Uno strato finale di smalto è stato modellato in superficie (fig. 5). Dopo l’ultimo ciclo di polimerizzazione, un ulteriore ciclo di polimerizzazione è stato effettuato in assenza di ossigeno, con l’applicazione di un gel di glicerina (DeOx, Ultradent). La superficie è stata poi rifinita e lucidata con frese diamantate a basso numero di giri e con gommini di grana decrescente (fig. 6).
Il controllo mostra una buona integrazione cromatica e una stabilità di superficie. Nonostante il risultato accettabile, l’utilizzo di uno smalto più traslucente (Mosaic, smalto translucente) tra i mammelloni ne avrebbe ulteriormente migliorato la definizione.
La possibilità di disporre di un sistema composito con masse opache di diverse tinte e gradi di saturazione e di masse traslucenti a diverso valore e cromatismo permette al clinico una efficace selezione delle masse.
Il caso completo con un video con tutti i passagi è visionabile sul sito WeRestore.it

Gaetano Paolone
Socio attivo Aic e titolare dell'insegnamento di conservativa all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Fondatore di WeRestore.it