Paziente di sesso femminile di 52 anni, in buone condizioni di salute generale, forte fumatrice, si presenta alla nostra attenzione a causa di ripetuti episodi ascessuali e mobilità di alcuni elementi dentali (figg. 1, 2, 3).
All’esame radiografico si rilevano buone quantità di tessuto osseo in entrambi i mascellari (fig. 4).
Il protocollo con cui affrontare la terapia è sicuramente oggetto di discussione; le proposte terapeutiche possono essere molteplici in base a esperienza o specializzazione. Fra queste sicuramente ci sono il ritrattamento endodontico-protesico oppure la soluzione implanto-protesica.
Gli elementi dentali 47, 36 e 27 vengono giudicati scarsamente affidabili per un ulteriore recupero endodontico-protesico e pertanto viene proposta alla paziente la loro sostituzione con impianti osteointegrati.
Accettato il piano di cure, per evitare complicanze infettive è stata prescritta una terapia antibiotica iniziando 24 ore prima dell’intervento con 1g di amoxicillina e acido clavulanico ogni 12 ore. Tale terapia è continuata per altri 5 giorni dopo l’intervento.
Alla paziente è stata praticata anestesia locale con adrenalina 1:200.00 (Septanest, Septodont); dopo l’avulsione degli elementi dentali compromessi, si è proceduto alla toilette ossea degli alveoli post-estrattivi e all’inserimento di 4 impianti Straumann BLX Implant System di misure: 3.75×14 in sede 36, 4.5×8 in sede 47, 3.75×10 in sede 25 e infine 4.5×8 in sede 26 (figg. 5, 6, 7).
Come ampiamente dimostrato in letteratura internazionale e nella nostra pratica quotidiana, affinché l’impianto post-estrattivo ottenga il risultato auspicato, è di fondamentale importanza rispettare alcuni requisiti base, fra questi:
– asportazione atraumatica del dente;
– sufficiente quantità di tessuto osseo residuo;
– buon torque di inserimento implantare.
Nonostante l’osso di scarsa qualità nei siti post-estrattivi, tutti gli impianti sono stati inseriti con ottima stabilità primaria e alti valori di ISQ, grazie alla nuova morfologia implantare ideata e ideale al caso. La superficie SLActive ha consentito la protesizzazione definitiva a distanza di soli due mesi dal posizionamento implantare (figg. 8, 9, 10, 11).
I gaps perimplantari sono stati colmati con osso eterologo bovino (Botiss Cerabone).La protesi definitiva è stata eseguita con corone in zirconia monolitica avvitata, cementata su Variobase (Straumann) (figg. 12, 13, 14, 15).

Alessandro Freni
Libero professionista a Orsenigo (Como) e Dolzago (Lecco)
Caro collega, a mio parere il rischio di perdita degli impianti inseriti, soprattutto quelli a supporto di molari, è piuttosto elevato sia in rapporto al fatto che la paziente è una “forte fumatrice”, sia in rapporto all’osso di “scarsa qualità”, sia in rapporto alla ridotta altezza degli impianti (8 mm), anche se in natura nulla o quasi è esattamente prevedibile…auguri.
Caro collega Freni,
è molto bella l’iconografia curata con grande passione la stessa che investi nella clinica e questo traspare sicuramente, tuttavia trovo ineccepibile l’osservazione del collega che mi precede ( mauropon ) per la valutazione a distanza in un paziente comunque a rischio.
Questa tuttavia resta a tuo carico con i controlli futuri che potrebbero anche sfatare le nostre prudenziali ipotesi.
Un caro saluto e come sempre buon lavoro.
Aldo