Le agenesie dentarie sono un importante ambito di applicazione della terapia implantare e il loro trattamento multidisciplinare è stato radicalmente modificato dalla disponibilità di queste soluzioni chirurgico-protesiche. Il raggiungimento predicibile di buoni risultati estetici, paragonabili a quelli della dentatura naturale sana, dipende da diversi fattori, non sempre facili da controllare. Potremmo schematicamente distinguere tre gruppi di fattori: quelli diagnostico-prognostici, quelli chirurgici e infine quelli protesici. I fattori diagnostici di cui bisogna tener conto in fase riabilitativa sono i seguenti: aspettative del paziente, spazio protesico, rapporti con l’arcata antagonista, quantità e qualità dell’osso disponibile ai fini implantari, biotipo parodontale e forma degli elementi dentali, stato restaurativo degli elementi dentali adiacenti, livello osseo degli elementi adiacenti, età del paziente. L’accurata diagnosi sarà seguita dal corretto posizionamento implantare nelle tre dimensioni dello spazio, che tenga conto delle regole, oramai acquisite dalla letteratura scientifica e dalla pratica clinica internazionale, quali il rispetto della corticale vestibolare, che tende inevitabilmente a riassorbirsi, e il giusto posizionamento verticale rispetto alla giunzione amelo-cementizia dei denti adiacenti. Allo stesso modo il posizionamento post-estrattivo immediato flapless e il carico immediato, se le condizioni lo permettono, sono tutte procedure che più facilmente consentono il raggiungimento di eccellenti risultati estetici. Le procedure protesiche infine rappresentano il giusto corollario al lavoro svolto nelle precedenti fasi e consentono, tramite l’utilizzo delle giuste tecniche e dei giusti materiali, il completamento del caso.
Il seguente caso clinico esemplificativo tratta della sostituzione implanto-protesica di 10 elementi dentali agenesici (13-12-22-23-25-35-32-31-41-45) in un paziente di sesso maschile di 18 anni.
Il trattamento implanto-protesico veniva preceduto da preparazione ortodontica per una adeguata ridistribuzione degli spazi protesici (figg. 1 e 2). La terapia implantare interessava nell’anno 2009 il settore frontale superiore e inferiore, con posizionamento di 6 impianti post-estrattivi (tutti impianti Leone 3,3 x 10 mm) con tecnica flapless nelle zone 13-12-22-23-31-32. A livello degli incisivi inferiori si è optato per il posizionamento di soli due impianti, a fronte dei tre elementi dentali mancanti, per la sostituzione di due incisivi; tale decisione veniva imposta dalla carenza di spazio.
Il trattamento veniva concluso protesicamente, secondo le consuete procedure, quattro mesi dopo (fig. 3). A distanza di un anno sono stati posizionati tre impianti nelle zone 25-35-45, sedi caratterizzate da uno scarso volume osseo in senso verticale. A livello del 25 il posizionamento implantare (Leone 4,1 x 10 mm) veniva preceduto da grande rialzo del seno mascellare; nelle zone 35 e 45 si optava per il posizionamento di due impianti short (impianti Leone 6.5). A distanza di quattro mesi si procedeva alla consegna dei manufatti protesici anche in queste ultime zone.
Il controllo clinico e radiologico effettuato nel mese di luglio 2017 (con follow-up di 8 anni nel settore frontale e di 7 anni nei settori posteriori) mostra un ottimo mantenimento estetico, un ottimo grado di salute dei tessuti molli perimplantari, il tutto sostenuto, come può evidenziarsi dalla radiografia ortopanoramica, da un eccellente mantenimento dei livelli ossei crestali (figg. 4 e 5).

Salvatore Belcastro
Servizi di odontoiatria di Gubbio e Perugia