La crescente attenzione all’estetica dentale ha determinato un’innovazione dei materiali impiegati in campo odontoiatrico. In conservativa, l’amalgama è stata sostituita dai compositi, in protesi sono state introdotte corone in zirconia e in ceramica integrale, mentre in ambito implantare è sorto un crescente interesse verso materiali alternativi al titanio per la realizzazione degli impianti endossei. Nelle nelle riabilitazioni implantari, in particolare se in area estetica, possono essere impiegati con successo impianti endossei in ossido di zirconio.
Caso clinico
La paziente S. Z., femmina, di anni 34, si presenta alla nostra osservazione richiedendo la riabilitazione implanto-protesica dell’edentulia a carico dei siti 1.5 e 1.6 (fig.1). In corrispondenza del sito 1.6, poiché l’altezza ossea risulta insufficiente ai fini del posizionamento implantare, si decide di eseguire la procedura di rialzo di seno per via transcrestale. Contestualmente all’intervento di mini-rialzo, vengono posizionati due impianti mono-componente in zirconia parzialmente stabilizzata con ittrio (WhiteSky, Bredent) di diametro 4,5 mm e lunghezza 10 mm, in zona 1.5 e 1.6 (fig. 2).
L’inserimento degli impianti è stato eseguito mediante l’ausilio della dima chirurgica, ottenuta dalla ceratura diagnostica. In seguito alla sutura dei lembi, si è proceduto con la fase di protesizzazione immediata che ha previsto la rifinitura degli abutment implantari mediante apposita fresa diamantata (Eterna, Bredent) e la ribasatura diretta del ponte provvisorio pre-limatura in resina, precedentemente preparato dal laboratorio. Una volta cementato, il provvisorio è stato scaricato da qualsiasi contatto in occlusione e lateralità.
La paziente è stata visitata regolarmente nelle settimane successive alla fase chirurgica, in modo da verificare la stabilità implantare, la guarigione dei tessuti molli perimplantari e l’integrità del restauro. A distanza di 8 mesi dal posizionamento degli impianti, sono state rilevate le impronte di precisione ed è stato consegnato il ponte definitivo in zirconia-ceramica, realizzato con la sistematica Cad-Cam (Lava, 3M Espe) (fig. 3).
I controlli radiografici effettuati immediatamente dopo la chirurgia e a distanza di tre anni permettono di apprezzare la stabilità dei livelli ossei perimplantari e, all’esame clinico, si evidenzia, a distanza di 36 mesi dalla chirurgia, un risultato finale caratterizzato da tessuti duri e molli in armonia con gli elementi contigui (fig. 4).
Autori:
> Andrea Enrico Borgonovo, docente alla Scuola di specializzazione in chirurgia odontostomatologica dell’Università di Milano;
> Virna Vavassori, Reparto di riabilitazione orale, Istituto Stomatologico Italiano, Milano;
> Rachele Censi, Reparto di parodontologia e implantologia III, Istituto Stomatologico Italiano, Milano

Andrea Borgonovo
Professore a.c., Scuola di Chirurgia Odontostomatologica, Università degli Studi di Milano