Gli impianti in titanio hanno eccellenti caratteristiche meccaniche e una buona biocompatibilità. Tuttavia il titanio può dare delle problematiche sia a livello estetico, soprattutto nei biotipi più sottili, dove può trasparire donando alla gengiva una sgradevole colorazione grigiastra, sia a livello biologico, perché il metallo può andare incontro a corrosione per lo sviluppo di correnti galvaniche o corrosione chimica con lo sviluppo di possibili reazioni da corpo estraneo.
Gli impianti in materiale ceramico, realizzati in zirconia parzialmente stabilizzata con ossido di ittrio, grazie alla loro capacità di osteointegrazione e alle caratteristiche meccaniche simili a quelle del titanio (1), rappresentano un’alternativa agli impianti tradizionali. Inoltre i materiali ceramici, essendo dotati di ottime proprietà isolanti e presentando un’elevata stabilità chimica, con alta resistenza ad acidi e basi, assicurano nel tempo la mancanza di possibilità di degrado elettrochimico.
Caso clinico
Un paziente di 70 anni, di sesso maschile, non fumatore e in buono stato di salute generale, giunge alla nostra osservazione in seguito alla rottura dell’elemento 34. La frattura si estende ampiamente sotto il margine gengivale e si decide di comune accordo con il paziente per l’estrazione dell’elemento e il posizionamento di un impianto post-estrattivo in zirconia.
Previa anestesia locale si procede all’estrazione dell’elemento 34 fratturato (fig. 1). Si realizza un’incisione intrasulculare, si eleva un lembo mucoperiosteo e dopo aver preparato il sito implantare con frese dedicate si posiziona un impianto monocomponente in zirconia (WhiteSKY, bredent medical) in sede 34 (fig. 2).
L’impianto utilizzato è del tipo monocomponente, la sua porzione più coronale si aggetta nel cavo orale e non vi è guarigione sommersa (fig. 3). Viene cementata una corona provvisoria immediata scaricata adeguatamente con alette laterali, per diminuire gli stress meccanici dati dalla masticazione.
Dopo sei mesi si posiziona la corona definitiva, anch’essa in zirconia al fine di realizzare una terapia implanto-protesica totalmente metal-free (fig. 4).
Il follow-up di questo caso è di 12 anni (fig. 5). Il paziente è anziano, con difficoltà motorie dovute all’età, e non riesce a raggiungere un livello di igiene orale domiciliare ideale. Non è regolare nei controlli, basti pensare che quello a 12 anni è stato eseguito dopo 7 anni dal controllo precedente (figg. 5 e 6). Nonostante il non perfetto rispetto del mantenimento igienico da parte del paziente si evidenziano l’ottimo mantenimento della cresta ossea perimplantare e il livello dei tessuti molli perimplantari. Essi hanno subito una ridottissima e fisiologica retrazione, del tutto simile a quella avvenuta sui denti adiacenti. Ciò è reso possibile grazie alle proprietà degli impianti in zirconia, come l’alta biocompatibilità, la ridotta adesione di placca, le caratteristiche della superficie stessa degli impianti e l’assenza di microgap tra impianto e abutment grazie al design implantare (2, 3).
Conclusioni
L’impianto monocomponente offre una grande resistenza meccanica con riduzione della possibilità di frattura e previene inoltre l’infiltrazione batterica data l’assenza di micro-gap tra impianto e moncone.
Oggi gli impianti in zirconia, che inizialmente erano solo del tipo monocomponente, si trovano in commercio anche in versione bicomponente, garantendone l’utilizzo anche in pazienti con inadeguato supporto osseo o in caso di difficoltà operative nell’inserimento dell’impianto (4). Le due differenti tipologie di impianti consentono di gestire tutte le situazioni chirurgiche e protesiche.
Gli impianti in zirconia rappresentano una pregevole alternativa agli impianti in titanio. Questo materiale infatti mantiene caratteristiche biomeccaniche e capacità di osteointegrazione simili a quelle del titanio (5) e aggiunge anche altre proprietà, come una scarsa adesione di placca, buona qualità del tessuto gengivale perimplantare, scarsa retrazione dei tessuti e mancanza di infiammazione (6), rendendo gli impianti in zirconia particolarmente apprezzabili e interessanti.
Autori
Andrea E. Borgonovo, Istituto Stomatologico Italiano di Milano, Reparto di estetica dentale
Rachele Censi, Istituto Stomatologico Italiano di Milano, Reparto di parodontologia e implantologia
Lugi Parazzoli, Istituto Stomatologico Italiano di Milano, Reparto di parodontologia e implantologia
Bibliografia
- Shen JZ, Kosmac T. Advanced ceramics for dentistry. Butterworth-Heinemann Publisher 2014.
- Borgonovo AE, Arnaboldi O, Censi R, Dolci M, Santoro G. Edentulous jaws rehabilitation with yttrium-stabilized zirconium dioxide implants: two years follow-up experience. Minerva Stomatologica, vol. 59, no. 7-8; 381–392, 2010.
- Borgonovo AE, Censi R, Vavassori V et al. Evaluation of the success criteria for zirconia dental implants: a four-year clinical and radiological study. International Journal of Dentistry, vol. 2013, Article ID 463073, 7 pages, 2013.
- Borgonovo AE, Nobili P, Vavassori V, Ronchi F, Magnani R, Lacaita C, Re D. Tecnologie implantare a confronto: vantaggi e svantaggi di soluzioni tradizionali in titanio e alternative ceramiche. Dentista Moderno; 2018 Gen 34-47.
- Sivaraman K, Chopra A, Narayan AI, Balakrishnan D. Is zirconia a viable alternative to titanium for oral implant? A critical review. J Prosthodont Res. 2018 Apr; 62(2):121-133.
- Albrektsson T, Zarb G, Worthington P, Eriksson AR. The long-term efficacy of currently used dental implants: a review and proposed criteria of success. The International Journal of Oral & Maxillofacial Implants, vol. 1, no. 1, pp. 11–25, 1986.

Andrea Borgonovo
Professore a.c., Scuola di Chirurgia Odontostomatologica, Università degli Studi di Milano