Non entriamo nel merito di un argomento tanto complesso quanto mutevole a seconda del periodo storico in cui viene analizzato, sia dai clinici che dai ricercatori. Sintetizzando non poco, si può affermare che nel corso degli ultimi anni vi è stata certamente una svolta conservativa assolutamente condivisibile che, tuttavia, deve sempre permettere il miglior “accesso” per evitare pericolose interferenze camerali in grado di pregiudicare il risultato finale. Come infatti ben sappiamo, sono proprio queste le condizioni fondamentali per raggiungere il successo endodontico.
Solitamente gli imbocchi costituiscono il vertice dei vettori di fusione delle radici; infatti, si trovano il più delle volte nel punto di passaggio tra la dentina camerale e quella del pavimento, dotata di una colorazione leggermente differente.
Diamo per scontato il protocollo, che parte dall’isolamento perfetto del campo operatorio, la corretta preparazione, l’irrigazione, naturalmente il miglior riempimento possibile e molto altro.
Dopo l’apertura camerale, con classica fresa che appare cadere nel vuoto, si inizia la ricerca degli imbocchi canalari, partendo ovviamente dalla conoscenza dell’anatomia e soprattutto delle sue variabili. Così, a volte, può verificarsi una certa difficoltà nel reperire uno o più canali. In questi casi ricorrere agli ingranditori o meglio al microscopio può risolvere.
Così è accaduto alla nostra paziente M.C. di anni 53 alla quale, per un eccesso di sicurezza, abbiamo aperto la camera in direzione mesio-linguale, creando un’asportazione gratuita, quando classicamente l’imbocco della linguale è vicinissimo alla mesio-vestibolare, semplicemente con un’inclinazione vestibolo-linguale particolarmente pronunciata (fig. 5).
Le pareti camerali risultavano condizionate dalla preparazione precedente, vista l’estensione dell’otturazione in amalgama eseguita vent’anni prima (fig. 1).
Con l’ausilio degli ultrasuoni abbiamo allargato, in direzione linguale, il canale corrispondente, ripristinando al meglio possibile una condizione camerale accettabile per poter proseguire la terapia endodontica (figg. 7 e 8).
Ai controlli la paziente è completamente asintomatica e la fistola vestibolare completamente regredita (fig. 11). Tale dato clinico conforta l’evoluzione nella direzione di una risoluzione della radiotrasparenza iniziale. Provvederemo anche alla revisione della ricostruzione del 4.6.
Tuttavia, come molti grandi esperti di endodonzia declamano a corsi e conferenze sfiorando più la filosofia che la clinica, «un’accettabile endodonzia, eseguita con tutti i protocolli delle Accademie del terzo millennio, rasserena le nostre coscienze ma non è esente dal potersi complicare nel tempo».

Aldo Crespi
Libero professionista a Corsico (Milano)