«Non è più il tempo di attendere per comprendere le evoluzioni della pandemia. Le uniche certezze che abbiamo riguardano sì la mancanza di sicurezze sull’evoluzione della situazione, ma anche l’evidenza della solidità delle basi del nostro settore. È tempo allora di lavorare su noi stessi, comprendere a che punto siamo e dove possiamo andare – ha detto Gianfranco Berrutti, presidente dell’Unione nazionale industrie italiane (Unidi) –. E possiamo farlo grazie alla collaborazione tra industria e professionisti, uniti oltre qualunque divergenza per disegnare il futuro» ha detto il numero uno degli industriali del dentale, riferendosi in particolare all’Associazione nazionale dentisti italiani (Andi) con la quale ha presentato, in un evento comune, tutti i dati economici del settore. Unidi e Andi erano online, in diretta, su Facebook e YouTube per l’evento “Il rilancio del dentale in vista del nuovo anno. Costruire fiducia in un settore dalle solide fondamenta”.«Il settore nel suo complesso è in sofferenza ma continua ad essere solido e in grado individuare al suo interno le soluzioni che consentano di superare le difficoltà – ha dichiarato il presidente Andi Carlo Ghirlanda –. Gli odontoiatri sono per loro natura “adattativi”, dimostrando buone capacità di reazione anche nelle congiunture avverse, coniugando elementi di continuità a quelli più innovativi».
Le due associazioni hanno presentato la ricerca di settore Unidi, realizzata come ogni anno da Key-Stone, e l’Analisi congiunturale Andi, condotta dal suo Centro studi, che ha valutato l’impatto del Covid19 sull’odontoiatria.
Il fatturato dei dentisti
Per Andi, sul palco virtuale si sono alternati il responsabile del Centro studi Roberto Calandriello, con Luigi Russo e Franco Piperno, autori della ricerca, che hanno presentato i risultati dell’ampio lavoro di analisi svolto con il fine di individuare le dimensioni della spesa odontoiatrica degli italiani e l’impatto che il Covid sta avendo sugli studi dentistici.
Il Centro studi Andi, sulla base di un modello previsionale, ha stimato che nel 2020 la spesa odontoiatrica delle famiglie può diminuire fino a circa il 13% rispetto all’anno precedente, per poi recuperare circa il 9% nel 2021. Se si guarda, invece, al biennio 2019-2020, la spesa odontoiatrica risulterebbe diminuita all’incirca del 17%.
Ma il Centro studi ha anche condotto un sondaggio su un campione di 1.888 dentisti che rivela che nel periodo tra l’8 marzo e il mese di ottobre i loro incassi sono diminuiti del 16,3% a fronte di un calo dell’11,4% degli accessi in studio e delle visite e un calo del 13% delle cure e dei trattamenti.
Cure e trattamenti spiegano l’88% della variazione degli incassi. Il 45% dei dentisti afferma che la limitazione delle cure è stata dovuta a difficoltà economiche dei pazienti. Il 28,8% dei dentisti attribuisce il calo delle cure al timore, alla ritrosia e alla paura del trattamento.
Un sondaggio di popolazione affidato da Andi a Eumetra rivela però che la fiducia nel dentista rimane elevata e quindi che, nei casi in cui il paziente abbia scelto di non eseguire un trattamento odontoiatrico, la motivazione non riguarda il suo rapporto col dentista. Peraltro, circa il 20% dei professionisti rivela che le mancate cure sono da attribuirsi alle limitazioni della mobilità relative alle disposizioni sul controllo della pandemia.
Il calo degli incassi, poi, si è rivelato maggiore negli studi che hanno una dimensione economica più bassa (fino a 100.000 euro) e in quelli che operano nei territori diversi dai capoluoghi di provincia e sono localizzati nel nordovest del paese.
Il tributo pagato dagli odontoiatri alla pandemia non è insignificante, sia in termini di perdita di posti di lavoro, soprattutto tra i dentisti più giovani che si avviano alla professione collaborando con i colleghi più anziani, che in termini di risorse economiche investite per rendere più stringenti i protocolli e le già severe procedure di sanificazione imposte all’operatività degli studi
Il fatturato delle industrie
Sul fronte industriale, i numeri arrivano dall’analisi condotta da Key-Stone per Unidi.
Nonostante il 2020 sia partito con tassi di crescita positivi nel primo bimestre, il settore è stato colpito dalle ripercussioni della pandemia da Covid19, così come l’economia generale del Paese. Il mercato ha registrato un brusco arresto durante il periodo di contenimento e un forte recupero nei mesi di giugno, luglio e agosto, con una sorta di rimbalzo tecnico. A fine settembre, nonostante il repentino recupero del mercato nei mesi estivi, si è cominciato ad assistere a un rallentamento della crescita, con un mercato totale che potrebbe registrare un calo del 20% a fine 2020.
Roberto Rosso, presidente di Key-Stone, sottolinea come l’indispensabilità delle cure odontoiatriche porti a considerare come affidabile e solido il comparto, con lo sviluppo di una nuova sostenuta ripresa all’uscita dalla crisi sanitaria. «Considerando l’andamento assolutamente instabile del 2020 e gli effetti della pandemia, il 2019 sarà il nostro benchmark per tutte le analisi dei prossimi anni» ha detto l’analista.
Andrea Peren
Giornalista Italian Dental Journal
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