Giunge alla nostra osservazione, inviato da collega, paziente C.C., di 45 anni che all’esame obiettivo presentava corona in oro porcellana incongrua in sede 11. All’esame radiografico l’elemento si presentava già trattato più volte con un tentativo di riabilitazione con perno in fibra che stava esitando in falsa strada; inoltre era presente a livello apicale un’ampia lesione radiotrasparente con probabile rimaneggiamento apicale.
Si decide di ritrattare, e sotto ingrandimenti, dopo l’utilizzo di punte a ultrasuoni riusciamo a liberare dai vecchi materiali (cemento composito e guttaperca) tutto il canale radicolare. La visione al microscopio del forame apicale ci conferma la beanza di quest’ultimo. Ne consegue che la terapia d’elezione è quella della “barriera apicale”, consistente nel posizionare con apposito plugger all’apice un piccolo pellet di collagene un modo da fungere da stop per il successivo materiale che è l’MTA. Si chiude con batuffolo di cotone leggermente umido e si rimanda al collega. Dopo circa sei mesi si osserva un netto miglioramento della lesione apicale nonché un buon adattamento marginale della corona aureo ceramica.

Michele Berenice
Libero professionista