
Gabriella Pasini

Giuseppe Gola
Una interessante ricerca relativa alla consapevolezza della necessità di prevenzione odontoiatrica nelle donne in gravidanza e nelle puerpere è stata recentemente realizzata dai ricercatori del corso di laurea in igiene dentale dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, presieduto dal professor Enrico Gherlone. Gli esperti hanno somministrato un questionario a un campione di 166 donne afferenti a strutture ostetrico-ginecologiche nelle province di Milano e Alessandria: il Dipartimento materno infantile del reparto di ginecologia-ostetricia e Corso di accompagnamento alla nascita dell’Ospedale Vita-Salute San Raffaele, il reparto di ginecologia-ostetricia dell’Ospedale Civile di Acqui Terme e il reparto di ginecologia-ostetricia e Corso di accompagnamento alla nascita dell’Azienda Ospedaliera “Guido Salvini” di Garbagnate Milanese. L’indagine – che trovate pubblicata integralmente su Dental Academy – ha messo in luce un buon livello medio di conoscenze delle donne intervistate riguardo alle tematiche di prevenzione e salute del cavo orale, ma ha sollevato anche alcune importanti criticità. «È evidente la necessità di inserire la figura dell’igienista dentale nei corsi di accompagnamento alla nascita per incrementare la consapevolezza di queste donne» hanno dichiarato i ricercatori dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano che hanno svolto l’indagine: il dottor Giuseppe Gola, docente di pedodonzia, e la dottoressa Gabriella Pasini, tutor e coordinatrice tecnica dei tirocini del Clid. Del gruppo di lavoro ha fatto parte anche la dottoressa Paola Scattarella, igienista dentale del San Raffaele.
Dottoressa Pasini, da quali premesse cliniche siete partiti?
Durante il periodo della gravidanza si verificano profondi cambianti fisiologici con conseguenze significative in diversi distretti corporei. Le problematiche possono assumere connotazione patologica, per cui la loro intercettazione precoce è fondamentale per il normale decorso della gestazione.
È noto come alcune patologie odontostomatologiche siano frequenti in questo particolare periodo e devono essere intercettate precocemente per evitare che interferiscano con la gravidanza.
Questo approccio, ovviamente, interessa l’odontoiatria e l’igienista dentale e richiede una adeguata consapevolezza sia da parte degli operatori sanitari ostetrico-ginecologici sia da parte delle gestanti e delle puerpere.
Dottor Gola, qual è il legame tra salute orale e gravidanza?
Negli ultimi anni tra le attenzioni alle cure prenatali e perinatali si sta affermando l’importanza di ottenere un’assenza di patologie dento-parodontali e una corretta igiene orale, unitamente a una nutrizione regolare e bilanciata. È infatti noto che gli elevati livelli di estrogeni in circolo inducano sostanziali cambiamenti alle mucose orali e che la risposta gengivale a stimoli locali esiti in segni quali edema, sanguinamento e specifici quadri di parodontopatie.
Per quel che riguarda le donne che abbiamo incluso nell’indagine, abbiamo fatto affidamento sul fatto che, durante il periodo gestazionale, la madre è maggiormente recettiva e disposta a essere coinvolta in attività di promozione e di prevenzione della salute, per poter migliorare non solo il proprio benessere ma anche quello del nascituro.
Dottor Gola, come avete selezionato il campione?
Non abbiamo previsto limiti di età o criteri di esclusione particolari delle donne da intervistare. Abbiamo cercato di ottenere un’ampia panoramica di informazioni tratte da un questionario consegnato alle pazienti in gravidanza e anche successivamente, durante il primo puerperio.
L’età media delle donne intervistate è di 33 anni, con un range che va da 20 a 43 anni. A differenza dell’età, il luogo di origine e quindi la nazionalità di queste donne è risultato essere molto eterogeneo.
Veniamo ai risultati dell’indagine. Dottoressa Pasini, l’igiene orale domiciliare è considerata e praticata in gravidanza e puerperio?
La maggior parte delle donne intervistate cura la propria igiene orale 2 o tre 3 volte al giorno, con percentuali rispettivamente del 32 e 54%. Solo il 14% delle pazienti deterge il cavo orale più di 3 volte al giorno, mentre le restanti praticano le quotidiane manovre di igiene quotidiane una sola volta al giorno.
Riguardo al tempo dedicato in media da ogni soggetto a ogni seduta di igiene orale domiciliare, si è potuto mettere in evidenza che 7 gestanti e puerpere su10 praticano l’igiene orale per circa 1-3 minuti.
Nel 59% dei casi lo spazzolino è il presidio d’igiene domiciliare di prima elezione, in associazione, nel 36% delle pazienti, al filo interdentale.
Dottor Gola, dalle interviste effettuate quale appare essere la situazione parodontale dei soggetti? Avete rilevato particolari fattori di rischio?
Partendo dall’ultima parte della domanda, potremmo accennare al problema del fumo di sigaretta. Abbiamo constatato la presenza di fumo attivo nel 10% delle donne in stato di gravidanza o puerpere.
Circa la metà delle gestanti soffre di sanguinamento gengivale. La percentuale di gestanti che lamentava ipertrofia gengivale è invece pari al 18%. Il 38% ha dichiarato di avvertire depositi di tartaro nel cavo orale che non aveva percepiva nel periodo precedente la gravidanza.
Veniamo alla consapevolezza dell’importanza dei controlli periodici del cavo orale. Dottoressa Pasini, le donne in gravidanza effettuano questi controlli dal proprio dentista di fiducia?
I dati che abbiamo raccolto non sono molto confortanti: solo il 35% delle gestanti effettua i controlli. Per comprendere questo dato, abbiamo cercato di capire se esistesse timore nel sottoporsi a sedute odontoiatriche o di igiene professionale durante questo periodo della loro vita.
Effettivamente un terzo del campione ha dichiarato di provare “abbastanza” timore nei confronti delle cure odontoiatriche, ma solo l’8% delle gravide nutre una “notevole” apprensione verso i trattamenti odontoiatrici. Più in dettaglio, abbiamo scoperto che all’11% delle donne è stato consigliato di effettuare terapie odontoiatriche prima della gestazione, al 43% dopo e al 29% anche durante. Alcune non hanno ricevuto nessun consiglio al riguardo.
Dottor Gola, questo è sintomo di una scarsa attenzione alla salute orale?
In realtà l’80% delle gestanti dedica cura al proprio cavo orale, ma tra coloro che ammettono una minore attenzione le ragioni di tale comportamento sono varie e, per certi aspetti, legate a scarsa informazione.
C’è chi nota maggior sanguinamento gengivale o chi avverte maggiore fastidio durante lo spazzolamento dei denti. Alcune, semplicemente, temono di provocare “infiammazioni o infezioni” o dichiarano di essere più concentrate su altri aspetti della propria salute. Insomma, servirebbe una migliore informazione per molte di queste donne!
Dottoressa Pasini, in che direzione bisognerebbe muoversi dal punto di vista della prevenzione?
Un intervento di tipo motivazionale ed educativo, volto a migliorare la performance igienica dei soggetti, risulta quanto mai indicato. Una possibile strategia potrebbe essere quella di consegnare un opuscolo informativo in cui si proponga l’utilizzo di appropriati mezzi di igiene orale o, almeno, l’uso di una garza, avvolta attorno al dito, e fatta passare dalle mucose orali ai denti con un movimento a rullo, analogo al movimento dello spazzolino.
Andrebbe poi incentivata una programmazione di appuntamenti, magari trimestrali, all’interno dei nove mesi della gestazione, a seconda delle esigenze della madre, della sua abilità e motivazione a mantenere una buona condizione d’igiene orale.
I dati a nostra disposizione indicano come troppo spesso non sia proposto e attuato un programma di appuntamenti odontoiatrici durante la gestazione. Riteniamo pertanto che il motivo per cui le madri non seguono un programma di controlli durante la gestazione sia da ricercare solo in minima parte nel timore delle gestanti e sia invece più legato agli incompleti suggerimenti che tali donne ricevono circa il corretto mantenimento del benessere del cavo orale.
Dottor Gola, le intervistate ritengono che il benessere del loro cavo orale sia relazionato con la salute del feto?
Le risposte “abbastanza” e “poco” hanno ottenuto una percentuale pressoché equivalente, rispettivamente del 37 e 35%. Le donne che pensano che la salute orale non influisca sulla salute del feto sono il 20% e solo il rimanente ritiene che il benessere orale abbia un ruolo influente sul corso della gravidanza.
Due gestanti e puerpere su tre ritengono che la gravidanza predisponga maggiormente ad acquisire carie dentale e problemi di natura gengivale.
Dottoressa Pasini, cosa avete scoperto riguardo alla valutazione del valore della collaborazione tra le figure mediche e odontoiatriche?
È stato interessante osservare quello che le pazienti pensano circa la collaborazione tra ginecologo e odontoiatra o igienista dentale durante il periodo della gravidanza e il puerperio, poiché il 64% circa delle intervistate crede che dovrebbe esserci maggiore collaborazione tra queste figure sanitarie. Inoltre, più della metà delle pazienti intervistate conosce il ruolo dell’igienista dentale e il 47% di queste donne dichiara di essere stata trattata almeno una volta, in passato, da un’igienista dentale.
La responsabilità di informazione dovrebbe essere appannaggio delle figure sanitarie odontoiatriche o anche di ginecologi e ostetriche?
Da quel che abbiamo rilevato risulta che, durante i corsi di accompagnamento alla nascita o durante le visite ginecologiche, solo al 16% delle pazienti è stato consigliato di sottoporsi a controlli di natura odontoiatrica o di igiene orale professionale. Questo dato è molto significativo, evidenziando mancanza di collaborazione tra figure mediche e sanitarie. Per le donne in questo particolare momento di vita l’approccio sanitario dovrebbe essere“di squadra”, prevedendo cooperazione tra ginecologi, ostetriche, odontoiatri e igienisti dentali.
Tra l’altro ciò risponderebbe all’espresso desiderio delle gestanti e puerpere intervistate che lo hanno espressamente richiesto in circa il 64% dei casi.
Dottoressa Pasini, quali conclusioni trae da questa indagine?
Il dato più saliente sembra essere che la consapevolezza e la percezione che le donne in stato di gravidanza e le gestanti hanno riguardo la salute e il benessere del cavo orale, in questo delicato e particolare periodo della propria vita, stia crescendo.
Comunicando questa consapevolezza le donne hanno però evidenziato l’insufficiente collaborazione tra figure mediche e sanitarie cui loro fanno riferimento. L’igienista dentale potrebbe davvero esercitare un compito di fondamentale importanza al fine di coadiuvare le altre figure mediche nel garantire e accrescere la motivazione delle gestanti e puerpere nel mantenimento di un corretto stato di salute orale.
Dottor Gola, qual è il suo punto di vista?
Il mio auspicio è che l’igienista dentale possa esercitare la propria professione anche presso strutture ambulatoriali che ospitino corsi di accompagnamento alla nascita o presso gli stessi reparti di ostetricia e ginecologia. Tali programmi comunicativi di prevenzione offrirebbero l’opportunità alle future madri e alle puerpere di intraprendere eventuali percorsi di screening, utili non solo alla propria salute orale ma anche a quella del proprio nascituro.
A. P.
ABITUDINI ALIMENTARI E CARIE IN GRAVIDANZA: SERVE IL COUNSELING DELL’IGIENISTA DENTALE
L’indagine si è occupata anche di rilevare le abitudini alimentari adottate dalle donne durante e dopo la gravidanza.
Analizzando le risposte possiamo individuare due gruppi di soggetti: il 72% ha dichiarato che le abitudini alimentari sono cambiante “abbastanza” o “poco”, mentre il 16% e il 12% ha dichiarato che le abitudini alimentari si sono modificate, rispettivamente, “molto” e “per niente” – ci ha spiegato la dottoressa Gabriella Pasini-. Inoltre, il 61% ha dichiarato di non avvertire il bisogno di particolari alimenti, mentre il 39% ha affermato il contrario. In particolare è emerso che il 78% consuma regolarmente caffè, thè e cioccolata. Abbiamo poi verificato che nel 52% dei casi queste bevande vengono zuccherate. Il 12% delle madri ha dichiarato di consumare dolci più di prima e il 64% di loro ammette di consumare snack o caramelle fuori dai pasti. Un aumentato apporto, insomma, di carboidrati fermentescibiliÈ.
Abitudini alimentari non proprio adatte alla gravidanza, che tuttavia non sembrano compromettere la salute orale delle gestanti. Spiega infatti il dottor Giuseppe Gola che, a fronte di questi dati, fortunatamente solo il 16% delle gestanti e puerpere interrogate dichiara di aver contratto carie dentale nel corso della gestazione. Abbiamo allora ipotizzato che venisse attuata una integrazione con ione fluoro, ma solo il 7% delle intervitate ha assunto compresse fluorurate in gravidanza. I due terzi delle pazienti ha fatto però uso di integratori alimentari. Riteniamo dunque plausibile che questi includessero anche percentuali utili di fluoro. Comunque, anche su queste tematiche nutrizionali, la grande maggioranza delle intervistate necessiterebbe di una più puntale informazione.
Secondo la dottoressa Pasini dal punto di vista odontoiatrico si dovrebbe lavorare meglio sulle tematiche nutrizionali: in generale sembra emergere che la maggior parte delle madri abbia seguito una dieta pressoché bilanciata ed equilibrata, tuttavia qualche perplessità sembra giustificata circa il consumo di dolci e zuccheri.