
Lunedì 24 febbraio l’American Dental Association (Ada), in previsione di una possibile espansione del contagio del virus Sars-CoV-2, ha emanato una serie di raccomandazioni per gli studi odontoiatrici basate sulle linee guida dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc).
Oltre alle norme più semplici (su tutte quella di «seguire sempre le precauzioni standard con tutti i pazienti»), la guida dell’Ada offre indicazioni precise sulle modalità di presa in carico di pazienti con sintomi compatibili con la malattia Covid-19. Appena accolti questi pazienti, vanno dotati di mascherina chirurgica monouso e isolati in una stanza diversa dalla sala d’attesa comune, con la porta chiusa, così da limitare il contatto con altri pazienti e il personale. I pazienti isolati devono indossare le maschere fuori dalle loro stanze.
Riguardo ai dispositivi di protezione, al personale odontoiatrico che valuta un paziente con influenza o altre malattie respiratorie è richiesto di indossare una maschera chirurgica monouso, guanti non sterili, un camice monouso e una protezione per gli occhi. Il Cdc americano raccomanda a tutti gli operatori sanitari di ricevere il vaccino antinfluenzale.
Due giorni prima, il 22 febbraio, Andi, Aio e Cao avevano redatto una breve guida pratica per odontoiatri e personale di studio odontoiatrico per la prevenzione dell’infezione da coronavirus Sars-CoV-2. La guida, disponibile in calce, contiene indicazioni non nuove ma sicuramente utili da richiamare alla mente, come «ricambiare l’aria tra un paziente e un altro e periodicamente anche in sala d’attesa», «pretendere massima attenzione nell’uso dei Dpi da parte del personale medico e sanitario» e «detergere le superfici di contatto clinico (le superfici che si toccano più frequentemente come le bottoniere e le maniglie) sempre tra ogni paziente e proteggerle con dispositivi da cambiare ogni volta tra i pazienti».
Andrea Peren
Raccomandazioni Ada: https://bit.ly/38YNJEb
Guida Andi-Aio-Cao: scarica il pdf
Commento di Livia Barenghi
Biologa, coordinatore prevenzione infezione crociata presso lo studio Integrated Orthodontic Services di Lecco
Il messaggio strategico del documento è “i dentisti devono seguire sempre le precauzioni standard per tutti i pazienti” con l’obiettivo di prevenire la trasmissione delle infezioni respiratorie. L’indicazione è pragmatica, poiché la via di trasmissione di COVID-19 è analoga (goccioline prodotte da tosse e starnuti o prodotte da attività odontoiatriche; o per contatto) ad altre infezioni respiratorie, mentre quella tramite aereosol non è provata. Inoltre, sebbene COVID-19 domini l’attenzione nei primi mesi di quest’anno, i pazienti accertati affetti da COVID-19 in USA sono solo 53, in confronto l’influenza colpisce dal 5-20% degli americani e si stima che quest’anno causerà 14.000 morti (https://edhub.ama-assn.org/jn-learning/audio-player/18234512). Il rischio di COVID-19 è indicato basso per la popolazione americana, nonostante sia stato dichiarata un’emergenza pubblica. Infatti, l’epidemia di COVID-19, ha alcune caratteristiche peculiari: colpisce anche le vie respiratorie profonde, causa linfocitopenia e in particolare, colpisce la popolazione anziana richiedendo spesso ospedalizzazione con cure intensive; di fatto mette a dura prova le strutture sanitarie, impegnate contemporaneamente a contrastare l’influenza stagionale. La mortalità per COVID-19 è 11-14% (ECDC, 14 febbraio 2020), analoga a quella causata da SARS-CoV (Munster VJ et al. 2020). Il problema si aggrava considerando che tutti siamo suscettibili, mancano terapie farmacologiche specifiche e un vaccino, ed esistono pazienti asintomatici e super spreader che sembrerebbe trasmettano l’infezione prima della comparsa dei sintomi. In Italia, nell’ultima settimana si è avuta un’epidemia di COVID-19 con, 322 casi e 11 morti (ECDC, 26/2/2020). Tuttavia segnalo che nel 2018 (Fonte Dati: “Mainf” Regione Lombardia -dati aggiornati a Marzo 2019), i nuovi casi di tubercolosi, legionellosi, polmoniti di varia natura, che sono malattie a trasmissione analoga, sono stati rispettivamente 598, 962, 653, mentre i nuovi casi di malattie a trasmissione ematica (includendo HIV, HBV,HCV) sono stati 258. Ci sono ca 40.000 morti per influenza in EU/EEA all’anno e si stimano 8000 morti in Italia (https://www.epicentro.iss.it/influenza/aggiornamenti). Alla fine del 2019, focolai di meningite hanno indotto alla vaccinazione obbligatoria e rapida della popolazione in alcune zone lombarde.
Questo per sottolineare che i team odontoiatrici lavorano quotidianamente affrontando patologie asintomatiche o in uno stato infettivo con meccanismo di trasmissione simile a COVID-19, all’influenza e di molte altre. Non facciamoci prendere dal panico… inutilmente!
Semplicemente e serenamente, seguiamo sempre e tutte le precauzioni standard.
SARS-Cov-2 è presente nella saliva: un’ opportunità o una complicazione per gli odontoiatri?
Commento di Livia Barenghi
Biologa, coordinatore prevenzione infezione crociata presso lo studio Integrated Orthodontic Services di Lecco
Le informazioni aggiornate presenti nel sito ECDC (1), indicano 1520 persone confermate malate di COVID-19 e 31 morti in UE/EEA; l’Italia è il paese più colpito (1128 ammalati e 29 morti) e le misure restrittive e preventive sono state prorogate per un’altra settimana in Lombardia.
Non è chiaro il corso dell’epidemia, ma, è utile informare che diversi gruppi hanno identificato la presenza di SARS-CoV-2 anche nella saliva (2-5). La saliva, si contaminerebbe ovviamente sia con materiali biologici provenienti dalle vie respiratorie profonde e superiori, ma anche tramite la secrezione virale dalle ghiandole salivari o originato dal sangue, contaminerebbe il liquido crevicolare. Il virus è presente nel 91,7 % dei campioni salivari di pazienti (al primo giorno di ospedalizzazione) e in parte vitale (4). Nei campioni salivari, prelevati nei primi 1-2 giorni di ospedalizzazione, la carica virale era 3.3 × 106 copie/mL (mediana; range: 9.9 × 102 to 1.2 × 108 copies/mL).
Un’interessante opportunità: questi dati aprono la possibilità di effettuare diagnosi non invasive e monitorare l’infezione utilizzando la saliva. Il suo campionamento è più facile, veloce, non invasivo e confortevole per i pazienti, più sicuro per gli operatori rispetto ai tamponi naso- e oro-faringei e più sensibile rispetto allo sputo (4,5).
Una complicazione ulteriore: questi dati ci danno un’idea approssimativa del bioburden degli strumenti odontoiatrici, e ci impongono di usare per tutti strumenti odontoiatrici sterili (Atto di Intesa CSR 104/2016), incluso quelli ortodontici, e la stretta osservanza ai protocolli per la disinfezione di superfici odontoiatriche ad alto contatto clinico. Di fatto, come team odontoiatrici siamo in prima linea nella prevenzione di COVID-19, ma purtroppo, non conosciamo ancora la frequenza dei pazienti asintomatici, soprattutto bambini ed adolescenti, se esistano IgA secretorie salivari protettive e necessitiamo di informazioni dai produttori sull’efficacia della clorexidina, principio attivo contenuto in colluttori, disinfettanti per le mani e superfici (6).
1. https://www.ecdc.europa.eu/en/cases-2019-ncov-eueea (download 01/03/2020)
2. Lin C et al. 2020. Comparison of throat swabs and sputum specimens for viral nucleic acid detection in 52 cases of novel corona virus (SARS-Cov-2) infected pneumonia (COVID-19). https://doi.org/10.1101/2020.02.21.20026187
3. Guan W-J et al. Clinical characteristics of 2019 novel corona virus infection in China. New England Journal of Medicine, 2020 doi: 10.1056/NEJMoa2002032.
4. Kai-Wang To K et al. Consistent Detection of 2019 Novel Corona virus in Saliva. Clinical Infectious Diseases 2020;XX(XX):1–3
5. Sabino-Silva R et AL. Corona virus COVID-19 impacts to dentistry and potential salivary diagnosis. Clinical Oral Investigations, 2020
6. Kampf G et al. Persistence of corona viruses on inanimate surfaces and its inactivation with biocidal agents. Journal of Hospital Infection 2020