Il deposito di biofilm batterico, eziologia delle patologie del cavo orale, predilige le aree interprossimali, punti anatomici difficilmente raggiungibili nelle pratiche di igiene orale domiciliare. È quindi opportuno un efficace controllo domiciliare della placca batterica. Per ottenere aderenza ai protocolli operativi, piuttosto che obbligare il paziente a seguire obsolete tecniche di spazzolamento, è preferibile condividere con lui una scelta personalizzata, in modo da coinvolgerlo in maniera attiva. Dopo attenta osservazione di caratteristiche anatomiche del cavo orale, tissutale, spazi interprossimali, manualità, tipologia caratteriale del paziente, l’operatore non deve assumere atteggiamenti impositivi, ma individuare con il paziente le tecnologie che meglio si adattano alle sue esigenze e preferenze (Tecnica di tailoring personalizzata e condivisa, Nardi et al. 2014).
Si presenta alla nostra attenzione un giovane paziente in apparente buono stato di salute sistemica, lamentando una sensazione di fastidio gengivale. Il paziente con orgoglio racconta di avere un’igiene perfetta, di lavare il cavo orale tre volte al giorno e di usare un collutorio, scelto a caso, per gratificare l’alito.
Passiamo all’osservazione clinica avvalendoci dell’uso di una videocamera che rivela presenza di biofilm batterico, tartaro negli spazi interprossimali (fig. 1). La vista delle immagini al computer meravigliano il paziente, che in effetti dice di usare molto saltuariamente il filo interdentale, perché lo ritiene difficile nell’utilizzo, noioso e poco pratico.
Chiediamo al paziente di prendere in considerazione l’uso di scovolini per sostituire l’uso del filo. Spieghiamo che gli scovolini possono essere di forma conica o cilindrica con filamenti in tynex, di diversa lunghezza, disposti a spirale attorno a un’anima centrale portante di metallo quasi sempre rivestito in plastica, quindi poco traumatici durante l’uso. Dopo averli provati, al paziente risultano più semplici, più rapidi ed efficaci da usare rispetto al filo. Spieghiamo che le dimensioni devono essere adeguate allo spazio da pulire. Mostriamo scovolini di molteplici dimensioni con base colorata a seconda della misura e condividiamo la scelta della misura idonea inserendolo nello spazio interdentale con una leggere inclinazione: dal basso verso l’alto per l’arcata inferiore e dall’alto verso il basso per quella superiore, mantenendolo ben aderente alla superficie da detergere (mesiale o distale) ed effettuando movimenti orizzontali di “va e vieni” e linguale/palatino e vestibolare.
Riferiamo al paziente che può imbibire lo scovolino con dentifrici o gel remineralizzanti, desensibilizzanti, antiplacca, antisettici a seconda della situazione clinica presente nel suo cavo orale.
Il paziente presentava degli spazi molto stretti, quindi scegliamo di mostrare l’uso del Gum Soft Pick (Sunstar). Le setole morbide e flessibili hanno stimolato e micro-massaggiato delicatamente le gengive dando al paziente una piacevole sensazione di sollievo dall’infiammazione: percepisce il suo uso semplice e comodo da praticare con dei delicati movimenti avanti e indietro anche in spazi molto stretti. Suggeriamo di usare il comodo astuccio per l’utilizzo anche fuori casa del nuovo Soft-Picks Advanced, che ha una forma curva che si adatta alla naturale conformazione della mandibola. Questo permette un facile accesso alle aree difficili da raggiungere in tutta la bocca, inclusi i denti posteriori.
Il paziente chiede quale spazzolino possa aiutarlo per un controllo della placca anche negli spazi interdentali e suggeriamo il Gum Tecnique Pro (Sunstar) che ha le setole estremamente affusolate che riescono a penetrare più in profondità per una igiene efficace sotto, lungo il bordo gengivale e negli spazi interdentali. Le setole a doppio livello puliscono le superfici dentali, le aree sotto, lungo il bordo gengivale e gli spazi interdentali mentre le setole inclinate riescono a raggiungere facilmente gli spazi interdentali, agendo sulla superficie dentale da diverse angolazioni.
Il paziente torna al controllo dopo una settimana, con grande soddisfazione di aver scelto, sotto la guida del professionista, tecnologie che agevolano il mantenimento dell’igiene orale.

Gianna Maria Nardi
RUC Università Sapienza di Roma