
Antonio Barone
Per la società scientifica il dovere di un implantologo è dare priorità a criteri e scelte cliniche che si sono dimostrate nel tempo risolutive, predicibili e durature. È necessario anche riconoscere un ruolo centrale alla biologia.
Un argomento molto dibattuto nei congressi di questi ultimi anni è il dualismo tra denti e impianti, come se la scelta dell’uno potesse escludere o “sopraffare” la scelta dell’altro.
La Società italiana di chirurgia orale e implantologia (Sicoi) e la Società italiana di endodonzia (Sie) hanno pensato di creare un evento congiunto per tentare di smentire il presunto dualismo e cercare di comunicare l’importanza della sinergia di queste due differenti discipline per l’ottenimento di un obiettivo comune: la salute del paziente. Proprio perché «implantologia, chirurgia ed endodonzia sono mondi che si incrociano nell’attività quotidiana dell’odontoiatra, nei criteri decisionali, nella formulazione di un corretto piano di trattamento e nella definizione degli obiettivi di ogni terapia» come spiegano Pio Bertani, presidente Sie, e Antonio Barone, presidente Sicoi, che abbiamo intervistato per un’anteprima di questo evento e di tutte le attività della società scientifica di implantologia.
Il corso di aggiornamento “Endodonzia e implantologia, soluzioni sinergiche per la salute del paziente” si terrà a Bologna il 22 marzo.
Dottor Barone, perché è importante un confronto e una sintesi tra implantologi, endodontisti e chirurghi?
L’odontoiatria moderna ha assolutamente bisogno di cambiare passo. Di scattare, di modificare non solo il proprio linguaggio e la propria immagine, ma di aprirsi a una nuova mentalità, che sia dinamica, capace di contaminarsi e di contaminare. Capace in parole semplici di interpretare la velocità delle cose, rinnovando la propria identità, la propria mission. La collaborazione e l’interdisciplinarietà sono la base di questo processo di evoluzione, come forza trainante.
Compito delle società scientifiche è quello di sentire, respirandola, questa nuova atmosfera, e di proiettarsi al domani tendendosi la mano, scambiandosi continui feedback, portando al massimo livello ogni risultato che nasca dall’interazione e dal dialogo, dall’unione e dal potenziamento di conoscenze, di intelligenze, di personalità. Cosi come è essenziale, nell’ambito delle professioni, che ogni branca, ogni specialità, possa unirsi in un intreccio continuo di possibilità e scambi che sicuramente saranno utili al miglioramento dell’attività professionale in sé e alla qualità delle terapie di cui usufruiranno i nostri pazienti.
Qual è l’obiettivo del corso di Bologna?
Il corso di Bologna si pone l’obiettivo di rispondere a questa esigenza di rinnovamento. L’idea di unire le forze e potenziare il dialogo. Il tutto pensato e organizzato su due livelli: il primo prettamente scientifico, del quale non si può mai fare a meno, che rappresenta il background culturale e la spinta all’innovazione; il secondo, prettamente pratico, incentrato sulla discussione e il confronto sui problemi della quotidianità, proponendo un approccio interdisciplinare, razionale, logico, semplice e fruibile, per ottimizzare il perimetro di una corretta diagnosi e un successivo adeguato piano di trattamento.
Abbiamo organizzato un corso di aggiornamento con queste idee, invitando professionisti espressione di branche che, seppur differenti, rappresentano anelli essenziali nella complessa catena della patologia odontoiatrica, della sua definizione e della sua terapia. Nomi illustri, e persone, che interagiscono portando il proprio entusiasmo e la loro esperienza con il piacere di condividere, di arricchire, di dare un messaggio chiaro, concreto, potente per i giovani e a favore dei giovani. Viviamo l’era della iper-specializzazione, ma il centro di ogni nostro disquisire è e sempre sarà il paziente, l’organo che noi curiamo e le mille componenti che determinano la sua salute.
Bisogna perfezionare le tecniche fino all’eccellenza, approfondire argomenti e tecniche a cui si è maggiormente affini, spingersi alla ricerca della novità e delle qualità, affinare al meglio i passaggi. Senza mai dimenticare che in ogni occasione, ogni specialità ha un ruolo determinante, ogni specialità è fondamentale ed essenziale, e che il bravo dentista è colui che le sa conoscere con dovuta maestria, le sa utilizzare, e capire, nel raggiungimento del pieno risultato. Pertanto noi possiamo essere ottimi chirurghi, ottimi endodontisti, grandi specialisti, ma attraverso la nostra curiosità e la spinta etica alla conoscenza possiamo tornare a essere i medici dei nostri pazienti, della loro bocca, e fare del nostro sapere l’arma più grande della nostra quotidianità. Solo colui che è capace di riempire un ristretto giardino specialistico con i colori di un paesaggio più grande, potrà raggiungere lontani orizzonti.
È possibile fornire dei criteri decisionali che vadano oltre la necessità di trattare singolarmente ciascun caso? Si possono fornire indicazioni generali ai professionisti meno esperti?
Sempre di più oggi dobbiamo essere in grado di eseguire passaggi razionali e corretti, che siano per il paziente e non solo per la nostra soddisfazione o edonismo. Dobbiamo scegliere procedure che siano mininvasive e risolutive, predicibili e che abbiano prognosi positiva. Rispettando il sacrificio che ogni paziente fa per sottoporsi alle nostre cure. I criteri decisionali nel piano di trattamento dovrebbero puntare quindi a superare il singolo caso, o la particolarità di una specifica situazione, poiché se è vero che ogni caso è a sé e ogni risposta del paziente è singolare, è pur vero che ormai ci sono casistiche e studi che dimostrano l’efficacia di certi criteri, di certe scelte, e che queste ultime si siano rivelate di grande impatto nel tempo e dimostrate risolutive e durature.
Per cui il nostro obiettivo è dare a tutti i professionisti, soprattutto ai giovani e meno esperti, elementi per sapere e per poter ragionare. Solo questo presupposto ci consentirà di far percepire anche al di fuori del nostro settore che l’odontoiatria è una disciplina rigorosa, scientifica, fatta di diagrammi di flusso semplici, confrontabili e risolutivi. La medicina odontoiatrica deve smettere di seguire passaggi che siano il risultato di perfetti schemi di prevenzione medico-legale, bensì nutrirsi di principi che siano eticamente validi, ossia procedure, tecniche e decisioni rispettose del significato stesso della sua missione: mantenere nel tempo la salute del cavo orale del paziente.
Inquadramento e gestione del fallimento implantare. In che modo è possibile ridurre i fallimenti al minimo? E, quando nonostante tutto si verificano, come si può gestire al meglio la situazione?
Si potrebbe discutere per un infinito tempo di fallimenti implantari e di tutte le precauzioni atte a prevenirlo. Il fallimento di una terapia implantare è il risultato di una successione di errori di valutazione e di programmazione, nonché di errate considerazioni a monte in termini biologici, che unite al normale rischio di una procedura chirurgica e alla variabilità della risposta del paziente portano a un insuccesso, spesso deludente sia per l’operatore che per il paziente.
A mio avviso, bisognerebbe spogliare l’implantologia dalle mille congetture iper-moderne che l’hanno fatta diventare una branca confusa, e riportarla alla biologia. Al rispetto dei concetti di guarigione, di biomeccanica, di tecnica. Come tutte le branche chirurgiche dovrebbe richiedere grande conoscenza non solo dei principi di biologia e di tecnica, ma soprattutto grandi capacità di traslare le conoscenze nella pratica clinica e di adattarle a ogni singola situazione. Alcuni fallimenti sono legati al forte rischio chirurgico o ad altre sopraggiunte difficoltà, in ogni caso dovremmo essere in grado di poterli prevedere e minimizzare. Oggi siamo in grado di fare cose predicibili e chiare, tanto standardizzabili quanto adattabili al singolo caso. È solo la completezza della conoscenza che fa poi dell’implantologo il migliore nel suo genere. E come spesso mi ricorda il mio maestro, il professor Ugo Covani, il chirurgo esperto è colui che nel tempo è in grado di identificare le procedure che danno i migliori risultati e che riducono i rischi di fallimento.
C’è qualche altro argomento trattato nel corso che desidera approfondire?
L’argomento entusiasmo. Lo dico e lo ripeto da molto tempo. L’entusiasmo è l’unica forza che ci tiene attaccati al lavoro e alla vita e spinge a essere sempre più curiosi. L’entusiasmo è quello che ci fa guardare all’oggi con l’acquolina in bocca del domani. È il non staccare mai la spina. È il darsi al meglio, in un’epoca devastante di notizie dolorose. L’entusiasmo è l’obiettivo da conservare nel tempo. Consiglio a tutti di fare risparmio e tesoro delle proprie passioni e del proprio entusiasmo, non solo dei propri averi. Lo dico a tutti i giovani che si avvicinano alla nostra società. Contro ogni messaggio negativo. Mettete l’entusiasmo nel vostro bisturi, nel primo impianto, nel primo paziente che curate. È il modo migliore per raggiungere ogni meta, ogni traguardo.
Qual è il criterio alla base della formulazione del programma educativo della Sicoi?
Come ho già detto, Sicoi ha cambiato immagine, ma soprattutto cambia parole, cambia metodo. Il mio invito è di provare ad accedere al nostro sito, www.sicoi.it. Vi aspettano novità entusiasmanti, come corsi di formazione in implantologia e straordinari momenti congressuali. Sicoi si apre al mondo che la circonda. Pensando che contaminarsi sia il miglior modo di riconoscersi, di migliorarsi.
Sicoi intende rispondere alle richieste di chi vuole raggiungere la qualità, vuole insegnare qualità, trasmettere qualità. Sicoi vuole soprattutto essere un headhunter. Un cacciatore di teste, di talenti, di ide, di progetti, di entusiasmi, di energie. Di futuro.
Renato Torlaschi
A MARZO PARTE IL CORSO IN CHIRURGIA IMPLANTARE
Sicoi ha organizzato per quest’anno un’altra importante iniziativa formativa: sarà un vero e proprio “Corso di formazione in chirurgia implantare” e si svolgerà da marzo a dicembre presso il dipartimento di scienze biomediche e neuromotorie dell’Università di Bologna.
I partecipanti potranno seguire lezioni frontali illustrate da autorevoli esperti nell’ambito del settore implantologico; inoltre, la didattica frontale sarà corredata da numerose sessioni video che illustreranno capillarmente le fasi dei più comuni interventi di chirurgia implantare.
Il corso prevede nove incontri didattici, ai quali si aggiunge un ulteriore arricchimento fornito da sedute di attività clinico-pratica dove i partecipanti presenzieranno personalmente a interventi di chirurgia orale (trenta ore circa, ovvero quattro giorni di frequenza per ogni partecipante).
Coordinatori e responsabili scientifici del corso sono Antonio Barone (presidente Sicoi), Francesco Vedove e Alfonso Caiazzo, che si propongono di fornire agli odontoiatri le migliori conoscenze e competenze in tema di implantologia, al di fuori di logiche di profitto.