Sidp apre a una nuova stagione di impegno sociale, a partire dall’informazione rivolta ai cittadini della terza età grazie al supporto di Federenziani, che le ha affidato il suo dipartimento di parodontologia e implantologia
La Società italiana di parodontologia e implantologia (Sidp) ha recentemente stipulato un accordo con Senior Italia Federanziani, nato dall’esigenza di assumere un ruolo anche nell’ambito del sociale, in particolare nei confronti della sempre più ampia popolazione che ha raggiunto la terza età. «Se si osserva l’attività delle società scientifiche di area medica – rileva il presidente eletto Sidp Mario Aimetti, che entrerà in carica nel 2018 – ci si accorge che questo orientamento è molto comune, mentre è molto meno sviluppato nelle società che operano nell’area più specificamente odontoiatrica».
La collaborazione con Federanziani, federazione delle associazioni della terza età che riunisce numerose realtà per un totale di 3.700 centri sociali per anziani su tutto il territorio nazionale e oltre 3,8 milioni di persone aderenti, si è già tradotta in una partecipazione di Sidp al VI congresso nazionale della Corte di giustizia popolare per il diritto alla salute che si è svolto a novembre a Rimini.
Professor Aimetti, da quando si è manifestato l’interesse di Sidp per il sociale?
Siamo partiti quattro anni fa con una campagna di comunicazione volta a sensibilizzare i cittadini affinché prendessero una maggiore coscienza delle malattie parodontali e delle sue conseguenze. Oggi abbiamo ritenuto fossero maturi i tempi per comunicare direttamente alle persone.
Siamo partiti dall’articolo 2 dello statuto della nostra società, che individua come scopo della Sidp quello di promuovere la salute della popolazione italiana attraverso il miglioramento degli stili di vita, la prevenzione, la diagnosi, il ripristino funzionale ed estetico dei tessuti parodontali. È evidente che, in quanto società scientifica, Sidp si occupa dello studio, della ricerca scientifica, dell’aggiornamento e della formazione continua in parodontologia, in implantologia e nelle discipline mediche o biologiche a essa inerenti, ma è altrettanto evidente la necessità di promuovere la salute della popolazione.
Abbiamo mosso i primi passi di questo percorso con la presidenza di Maurizio Tonetti, abbiamo poi sviluppato questa campagna di comunicazione sotto la presidenza di Claudio Gatti e ora, con il mio mandato, ci saranno ulteriori evoluzioni nelle iniziative di comunicazione ai cittadini.
Oggi il cittadino è oggetto di numerose campagne informative, perché è necessario che abbia maggiori informazioni anche sulla parodontite?
La parodontite è la sesta malattia tra quelle più diffuse nel mondo, ha effetti invalidanti a livello locale e delle correlazioni con la salute sistemica. Secondo i dati dell’Oms, circa il 30% delle persone che hanno superato i 65 anni ha in bocca denti artificiali.
La parodontite è sicuramente, con la carie, la massima espressione patologica che conduce alla perdita dell’elemento dentale e la mancanza dei denti è riconosciuta dalla stessa Oms come una disabilità con degli effetti invalidanti non solo a livello funzionale, ma anche a livello della sfera psico-emotiva, con un impatto notevole sulla vita quotidiana.
Qual è lo stato di salute parodontale dei cittadini italiani?
Dall’ultima indagine demoscopica che Sidp ha commissionato a Key-Stone è emerso che al 66% degli italiani mancano uno o più denti e che il 16% li ha persi per motivi parodontali. Chi ha perso i denti per motivi parodontali ne ha perso il doppio di chi li ha persi per altri motivi (10,1% invece che 5,7% della media) e il 30% di tutti i denti persi sono stati estratti per motivi parodontali. Nei pazienti che hanno perso contemporaneamente cinque o più denti, il 54% li ha persi per motivi parodontali.
A fronte di questi numeri impressionanti in termini di salute e costi sociali, sappiamo dai dati più aggiornati dell’Istat che soltanto l’1,4% della popolazione italiana viene sottoposta a terapie parodontali e che circa un cittadino su quattro si sottopone a una seduta di pulizia dei denti. Questo poi è un termine molto generico, che nasconde non poche insidie, perché nella realtà le sedute di igiene professionale – e non di pulizia dei denti – richiedono tempo, adeguate conoscenze, competenze ed expertise clinico e rappresentano l’elemento basilare per ripristinare condizioni di salute parodontale, oltre che ad essere premessa per terapie odontoiatriche correttamente condotte.
Non a caso la parodontite si associa a costi importanti: oltre due milioni e mezzo di italiani ricorrono alla protesi fissa o mobile e, di questi, quasi un milione a causa della parodontite.
La consapevolezza di questa malattia è essenziale, e gli studi scientifici dimostrano che anche in età senior è possibile forse non tanto prevenire, ma quantomeno curare. Il rapporto costo beneficio in termini biologici ed economici è poi sensibilmente più favorevole se la parodontite è curata quando non è in fase molto avanzata ed è pertanto auspicabile un miglioramento dell’accesso alle cure e dell’informazione dei pazienti. Ogni individuo dovrebbe essere messo nelle condizioni di svolgere un ruolo proattivo, attraverso una consapevolezza che si traduca in autocura: in questo la divulgazione culturale è assolutamente indispensabile.
Peraltro, negli over 65, per una serie di motivi, si registra una riduzione sensibile degli accessi alle cure odontoiatriche. È proprio in questa fase della vita che la disponibilità da parte del paziente a seguire determinate regole in materia d’igiene domiciliare può fare la differenza e i cittadini devono saperlo.
In che modo siete arrivati a Federanziani?
Senior Italia Federanziani è la federazione delle associazioni della terza età fondata con lo scopo di tutelare i diritti e migliorare la qualità della vita delle persone senior e cioè delle persone con un’età superiore ai 65 anni. Riunisce numerose associazioni per un totale di 3.700 centri sociali per anziani su tutto il territorio nazionale e oltre 3,8 milioni di persone aderenti. Il suo congresso annuale vede la presenza di circa 7.000 delegati.
Personalmente ritengo doverosi un’attenzione e un impegno anche verso le fasce sociali che appaiono più esposte e vulnerabili alla malattia. A fronte di tutti i dati che disponiamo in letteratura dell’impatto sulla salute che la parodontite determina e disponendo un’importante quantità di dati demoscopici raccolti negli ultimi anni, abbiamo ritenuto potesse essere funzionale incontrare il presidente della più importante istituzione nazionale in tema di salute per le persone senior. È nato così un accordo che ci ha portato a rappresentare il mondo odontoiatrico all’interno del VI congresso annuale di Federanziani, dove sono presenti tutte le principali società di area medica.
Per la prima volta, nell’ambito di questo congresso, è stato dunque costituito un Dipartimento di parodontologia e implantologia che, composto da una quindicina di soci attivi della nostra società, affiancati da rappresentati dei medici di medicina generale e degli infermieri, ha lavorato per due giorni alla stesura di un documento programmatico atto a sviluppare iniziative comuni. In effetti, un aspetto che riveste una certa importanza è anche il contestuale coinvolgimento degli operatori socio-sanitari di area non odontoiatrica che, probabilmente, non sono sufficientemente informati riguardo le terapie parodontali e implantari, specie nel paziente suscettibile alla malattia parodontale.
Abbiamo inoltre organizzato un workshop di un’ora tenuto dal dottor Alessandro Crea, socio attivo e coordinatore della Commissione editoriale Sidp, che ha parlato dei problemi gengivali e delle loro correlazioni con la salute generale ai delegati di Federanziani. L’iniziativa ha riscontrato un tale successo che ci è stato chiesto di replicare il workshop anche nella giornata di sabato.
Abbiamo poi allestito un desk dove, grazie all’impegno della nostra segreteria, si sono potute distribuire oltre 1.500 cartelline per i partecipanti al congresso, contenenti materiale informativo sui disturbi gengivali, le conseguenze locali che questi disturbi comportano e le correlazioni con le malattie sistemiche. Devo dire che si è trattato di un grande successo, che ha riscontrato un enorme interesse e che ci ha confermato quanta strada ci sia ancora da fare in termini di informazione e comunicazione.
Di fatto, la Società italiana di parodontologia e implantologia ha ritenuto strategico e finalizzato a migliorare la salute pubblica offrire a Federanziani il proprio supporto e know-how a beneficio delle persone senior di età sopra i 65 anni, affinché si occupino della salute della propria bocca e rendere più capillarmente diffusa la prevenzione e la cura delle malattie parodontali.
Come continuerà questa attività informativa?
È chiaro che 7.000 delegati costituiscono un bacino di risonanza di una certa importanza, ma questo rappresenta solo il primo passo per una serie di iniziative e attività che metteremo in atto nel prossimo futuro.
Sempre in collaborazione con gli operatori sanitari, stiamo poi lavorando per mettere in campo delle azioni specifiche per affrontare i fattori di rischio comuni tra parodontite e altre malattie croniche.
Renato Torlaschi
Giornalista Italian Dental Journal