Negli ultimi 15 anni la diagnosi odontoiatrica è stata nettamente semplificata grazie all’introduzione della Cbct come esame di secondo livello, che ha dato la possibilità di accedere alla terza dimensione e ridurre la dose radiogena al paziente. Il suo uso è diventato routinario in implantologia, dove ha permesso agli odontoiatri di essere più precisi e incorrere in meno complicanze intra e post-operatorie.
Esiste tuttavia un tipo di analisi di questo esame che, ad oggi, è a mio parere ancora poco sfruttato, ovvero la sovrapposizione tra due Cbct: questa operazione consiste nell’accoppiare due oggetti che sono in gran parte simili per andare poi ad analizzare la parte che è cambiata. Un’applicazione molto interessante la troviamo in chirurgia rigenerativa, poiché siamo in grado di visualizzare velocemente la cresta ossea pre-operatoria e quella post-operatoria in un’unica immagine, andando così a verificare il buon esito dell’atto chirurgico.
Caso clinico
Una paziente di 51 anni, Asa 1, presentava un primo molare inferiore non restaurabile; essendo presente sintomatologia infettiva di tipo acuto, si opta per avulsione e posizionamento di un impianto dilazionato. A tre mesi viene effettuata una prima Cbct per pianificare correttamente l’inserimento; l’immagine ci mostra come, eseguendo un posizionamento protesicamente guidato, avremmo uno spessore osseo buccale residuo molto sottile o addirittura una fenestrazione. Durante la fase chirurgica, contestualmente al posizionamento implantare, viene quindi eseguita una rigenerazione ossea orizzontale.
Tre mesi dopo la guarigione è stata eseguita una nuova Cbct di controllo e tale immagine è stata sovrapposta alla precedente al fine di verificare, prima della protesizzazione dell’impianto, la buona riuscita della rigenerazione. Questa procedura viene eseguita utilizzando il software Romexis 6 (Planmeca) in maniera molto semplice: dopo aver selezionato le Cbct sarà necessario indicare nel modulo “superimpose”, su entrambi i volumi, almeno tre punti in zone che non hanno subito modifiche (ad esempio elementi dentali o punti di repere anatomici come forame mentoniero, spina nasale, canale naso-palatino ecc.). A questo punto il software calcolerà per noi il miglior accoppiamento tra le immagini e ci restituirà una visualizzazione dove potremo simultaneamente, ma con colori differenti, analizzare entrambe le radiografie.
In figura 6 possiamo apprezzare sulla sinistra la pre-operatoria (in toni di grigio), a destra la post-operatoria (in toni di rosso), mentre al centro sono entrambe visibili con trasparenza evidenziando che non sono due immagini analizzate separatamente, ma simultaneamente. La differenza cromatica in visualizzazione rende possibile la distinzione tra le due Cbct; qualora fossero entrambe in toni di grigio faticheremmo a comprenderne la differenza. Sono state effettuate le misurazioni della cresta alveolare post-estrattiva in rosso, e in verde quelle della quantità di osso rigenerato: l’analisi dei dati mostra una buona riuscita della procedura rigenerativa, con un aumento considerevole della cresta ossea in senso orizzontale.
In conclusione la sovrapposizione di due Cbct è una procedura che sempre più routinariamente dovrebbe entrare a far parte della nostra professione, dato che ci fornisce un dato semplice, attendibile e facilmente comprensibile anche dal paziente. Il tempo necessario per ottenere questo risultato è inferiore ai 5 minuti.
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Nicolò Vercellini
Libero professionista ad Arsago Seprio (Varese) e docente al Lake Como Institute