La terapia fotodinamica abbinata alla terapia convenzionale offre grandi potenzialità. In primis permette di ridurre la quantità batterica modificando il biofilm del sito trattato, rispettando il comfort del paziente poiché è una pratica mininvasiva e indolore. Un ulteriore effetto della terapia fotodinamica è la fotobiostimolazione, che indurrebbe la modulazione dell’espressione genica e favorirebbe i meccanismi di guarigione tissutale.
Nel processo di riassorbimento osseo entrano in gioco diversi fattori tra cui le citochine Rank, Rankl e Opg. Rank è un recettore che si trova sulla superficie dei precursori degli osteoclasti, che legandosi a Rankl stimola la differenziazione di questi precursori in osteoclasti. Opg compete con Rankl legandosi a Rank senza dare origine a nessuna differenziazione.
L’equilibrio tra l’espressione di Rankl e Opg è fondamentale nei processi osteogenici. Nel caso della parodontite, in presenza di infiammazione aumenta l’espressione di Rankl e di conseguenza si ha un incremento di osteoclasti, responsabili del riassorbimento osseo (1).
L’aggiunta al trattamento convenzionale della terapia fotodinamica ridurrebbe l’espressione di Rankl e favorirebbe invece l’espressione di Opg, riducendo quindi l’attività osteoclastica a favore di quella osteoblastica, come riportato anche in un recente trial clinico (2).
Questa potenzialità riveste un ruolo molto importate nella gestione della malattia parodontale e perimplantare in tutte le tipologie di difetti, ancora più importante in presenza di difetti profondi.
Per questo nel presente caso clinico abbiamo scelto di utilizzare Helbo TheraLite Laser come coadiuvante nella terapia parodontale non chirurgica.
Caso clinico
Si presenta alla nostra attenzione una paziente di 60 anni, non fumatrice, cui viene fatta diagnosi di parodontite allo stadio III, grado B. Dall’esame obiettivo e dalla raccolta dati si riscontra la presenza sull’elemento 2.1 di un sondaggio di 8 mm mesio-vestibolare e 6 mm mesio-palatale, con sanguinamento ed essudato (fig. 1). L’elemento presenta mobilità (grado 1), la paziente prova dolore costante a livello gengivale e riferisce che da alcuni mesi il dente sta migrando coronalmente. Non si rilevano traumi occlusali e la vitalità pulpare è nella norma.
Dall’esame radiografico (fig. 2) è apprezzabile un difetto verticale con lesione infraossea a tre pareti dell’elemento 2.1.
Il protocollo utilizzato nella gestione dei difetti è sempre quello da noi sperimentato: si attua un trattamento con la terapia fotodinamica utilizzando il laser a diodi 660 nm (Helbo TheraLite Laser) 20 giorni prima della terapia parodontale non chirurgica, si ripete poi in associazione con la strumentazione parodontale e successivamente a distanza di due mesi dalla terapia. Alla paziente vengono proposte sedute quadrimestrali di mantenimento con l’ausilio della terapia fotodinamica Helbo eseguita in ogni seduta nel primo anno e ripetuta ogni 6 mesi successivamente.
Alla prima rivalutazione a tre mesi si può apprezzare una riduzione notevole della profondità di sondaggio. Non si rileva sanguinamento o essudato e la mobilità è assente. Inoltre la paziente riferisce di non aver più dolore e di sentire l’elemento molto più stabile (fig. 3).
Al controllo radiografico a 8 mesi si riscontra una riduzione notevole del difetto con neoformazione ossea, con un graduale miglioramento riscontrato nei controlli successivi a 18 mesi e a 3 anni (fig. 2). A distanza di 3 anni si può ritenere che la terapia abbia avuto successo, considerando che il trattamento con Helbo è mininvasivo, indolore e veloce da attuare (fig. 4).
La terapia fotodinamica associata alla terapia convenzionale sembrerebbe quindi essere in grado di modulare l’espressione di Rankl e di Opg e ridurre l’attività osteoclastica, ma anche di promuovere i processi di guarigione per l’aumento dell’espressione di FGF2 (fattore di crescita dei fibroblasti) (2).
Negli anni abbiamo documentato molti casi simili a quello qui presentato e abbiamo riscontrato un notevole successo per quanto riguarda la remineralizzazione/neoformazione ossea, ma anche i parametri clinici come il sanguinamento e la profondità di sondaggio, sia in difetti parodontali che perimplantari.
Autori
Andrea Benetti, igienista dentale Prof. a.c. all’Università Cattolica di Roma e all’Università di Verona
Alice Filippi, igienista dentale, Libera professionista a Riva del Garda
Bibliografia
1. Kayal RA. The role of osteoimmunology in periodontal disease. Biomed Res Int. 2013;2013:639368.
2. Franco EJ, Pogue RE, Sakamoto LH, Cavalcante LL, Carvalho DR, de Andrade RV. Increased expression of genes after periodontal treatment with photodynamic therapy. Photodiagnosis Photodyn Ther. 2014 Mar;11(1):41-7.

Andrea Benetti
Igienista dentale, Prof. a.c. all'Università Cattolica di Roma e all'Università di Verona