Il successo a lungo termine della terapia implantare si basa sull’applicazione di una corretta terapia di mantenimento che possa garantire condizioni di salute perimplantari e di stabilità occlusale. Una volta terminate le procedure chirurgiche e protesiche è fondamentale informare il paziente sul modo in cui condurre da solo le procedure di controllo dell’infezione. A seconda del design della ricostruzione protesica devono essere usati specifici presidi per l’igiene orale domiciliare per la corretta decontaminazione dell’impianto e delle parti adiacenti alla protesi. Il design della ricostruzione protesica deve permettere l’accesso per il controllo dell’infezione da parte del paziente e del professionista.
Si presenta alla nostra attenzione un paziente maschio di 56 anni, non fumatore. Nell’ambito delle valutazioni periodiche, oltre al rinforzo motivazionale per il mantenimento di un buon controllo di placca, al paziente viene effettuato il sondaggio dei tessuti perimplantari, per rilevare presenza di biofilm batterico, presenza o assenza di sanguinamento al sondaggio (BOP), profondità del solco perimplantare (PPD), recessione (REC), livello di attacco clinico (CAL), dolenzia, evidenza radiografica di perdita ossea alveolare, presenza o assenza di essudato, mobilità dell’impianto (fig. 1).
Per una valutazione appropriata, considerando BOP e di PPD ? 5 mm, è stato necessario il confronto con la radiografia di riferimento. Anche se la perimplantite è progredita in misura piuttosto considerevole, gli impianti sono risultati ancora stabili dal punto di vista clinico, grazie alla permanenza di un certo grado di contatto diretto con l’osso.
Al paziente è stato evidenziato che l’inosservanza delle istruzioni di igiene domiciliare e dei richiami periodici professionali si associa all’aumentato rischio di complicanze infettivo-infiammatorie dei tessuti perimplantari.
In rapporto alla diagnosi clinica e radiologica è stato eseguito il protocollo terapeutico noto come Cumulative Interceptive Supportive Therapy (CIST) per arrestare lo sviluppo delle lesioni perimplantari.
I siti implantari presentano congrui depositi di placca e tartaro e sono circondati da una mucosa che presenta sanguinamento al sondaggio, con assenza di suppurazione e con profondità di sondaggio ? 4 mm. Si utilizza per l’igiene professionale strumentazione meccanica e manuale idonea ai siti implantari. Per il controllo meccanico domiciliare della placca, si consiglia lo spazzolino con morbidi filamenti in tynex disposti su due file Vitis Implant/Sulcular (Dentaid) (fig. 2), ideale per il buon adattamento sul margine gengivale, condividendo con il paziente il movimento più consono per disorganizzare i batteri. Per lo spazzolamento della parte linguale viene usato lo spazzolino Vitis Implant Angular (Dentaid) (fig. 3) che, grazie al collo angolato e stretto, aumenta l’accessibilità in una zona così difficile da gestire. Gli spazi interprossimali richiedono particolare attenzione e al paziente viene indicato l’utilizzo degli scovolini Interprox (Dentaid) (fig. 4), le cui anime rivestite in poliuretano evitano effetti di bimettalismo e galvanismo. Il brevetto delle setole bicolore aiuta la motivazione del paziente a visualizzare nella parte bianca il sanguinamento, e nella nera la placca. La numerazione ISO permette di poter scegliere la misurazione ideale nei vari spazi. Si prescrive quindi una soluzione di clorexidina 0,12-% + CPC 0,005% Perio-Aid (Dentaid) con la quale eseguire due applicazioni al giorno per quattro settimane associate a una applicazione giornaliera di Perio-Aid gel (Dentaid) allo 0,12% in corrispondenza dei siti, per lo spazzolamento e per imbibire gli scovolini. Successivamente verrà sostiutito con il colluttorio di mantenimento Perio-Aid Maintenance (Dentaid), clorexidina 0,05% + CPC 0,05%.

Gianna Maria Nardi
RUC Università Sapienza di Roma