La perimplantite è un processo infiammatorio che colpisce i tessuti perimplantari caratterizzata da una perdita progressiva del tessuto osseo e che riconosce come causa principale il biofilm batterico adeso alla superficie implantare.
Il trattamento delle malattia perimplantare, che secondo alcuni studi ha una frequenza nella popolazione del 18,5%, rimane tuttora una sfida poiché non esiste un protocollo unanimemente riconosciuto come efficace. Rimane indiscutibile un approccio che preveda la completa rimozione del biofilm e una detersione accurata della superficie implantare.
Nel caso presentato viene illustrata una metodica non chirurgica che si avvale dell’ausilio di antibiotico per via topica nel trattamento di perimplantite su un singolo impianto in mandibola.
Caso clinico
La paziente, donna di 79 anni con una anamnesi generale buona, non fumatrice e con una buona igiene orale, si presenta al controllo annuale senza particolari sintomi clinici. Vengono effettuate delle radiografie di screening periodiche in base alle quali si nota un riassorbimento osseo circonferenziale di circa 5 mm attorno all’impianto in zona 36 inserito circa 18 anni prima. Tale impianto nello specifico risulta essere una vite cilindrica filettata a superficie macchinata e non ruvida (MK II, Nobel Biocare).
All’esame clinico si evidenzia una normale conformazione gengivale ma un sondaggio di circa 5/6 millimetri circonferenziale seguito da un leggero sanguinamento.
All’esame radiologico e clinico generalizzato non risultano altri siti implantari o di denti naturali con sondaggio e/o sanguinamento al sondaggio.
Viene proposta alla paziente una terapia che prevede la decementazione del ponte e un intervento a cielo aperto di decontaminazione delle spire esposte dell’impianto, ma la paziente non acconsente alla terapia proposta e chiede una risoluzione meno invasiva. Si decide quindi per una alternativa non chirurgica. Dopo anestesia locale, viene eseguito un sondaggio profondo e una mappatura del difetto osseo e delle spire esposte. La misura media di tale manovra risulta essere intorno ai 7 mm nelle zone interprossimali e 4/5 in quella vestibolare e linguale. Quindi viene eseguito, a cielo coperto e senza rimozione della protesi, una detersione prolungata delle spire esposte e strumentazione della parete interna della tasca gengivale, con l’ausilio con punta a ultrasuoni lunga e sottile (Punta P4, Mectron). 48 ore dopo la detersione ultrasonica, a completo stop della piccola emorragia causata dalla strumentazione, viene inserita nel solco gengivale attorno all’impianto della doxiciclina topica al 14% a lento rilascio (Ligosan, Kulzer). Il trattamento con tale farmaco viene ripetuto a circa 30 giorni dal primo.
A distanza di circa 11 mesi, al controllo periodico, vista la buona tonicità dei tessuti parodontali attorno all’impianto in questione, attraverso i quali non era possibile effettuare un sondaggio superiore ai 3 mm (figg. 1, 2 e 3), viene eseguita una radiografia di controllo. Al confronto con la precedente (fig. 4) si nota una marcata remineralizzazione dell’osso attorno alle spire più coronali dell’impianto e una modifica della morfologia del difetto osseo, divenuto più stretto e meno concavo. Assente anche il sanguinamento post sondaggio.
Tale risultato, nonostante si tratta solo di un case report, incoraggia l’utilizzo di doxiciclina come terapia farmacologica topica di supporto ai difetti ossei perimplatari, dopo il necessario procedimento di decontaminazione della superficie implantare.
Bibliografia
1. Lee CT et al. Prevalences of peri-implantitis and peri-implant mucositis: systemaic review and meta-analysis. J Dent. 2017 Jul;62:1-12.
2. Derks J et al. Peri-implantitis – onset and pattern of progression. J Clin Periodontol. 2016 Apr;43(4):383-8.
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Mario Spampinato
Libero professionista Tortona (Alessandria)
Caro Mario,
una rigenerazione che da soddisfazione grazia ad un intervento minimale, complimenti un caso inconsueto e illuminante. Visto il cono di riassorbimento hai valutato anche ad una componente bio-meccanica trattandosi di un ponte su impianti, almeno così sembra dalla radiografia.
Un saluto e come sempre buon lavoro.
Aldo