La ricerca scientifica, nel campo della restaurativa, ci ha messo a disposizione tecniche e materiali eccezionali per ottenere risultati estetici e duraturi nel tempo, sia nei settori anteriori che in quelli posteriori. L’utilizzo di sistemi adesivi semplificati a base 10MDP e l’ausilio di compositi a bassa contrazione come i bulk o a base di TCD uretano, offrono la possibilità di ottenere risultati di eccellenza in pochissimo tempo.
Nel caso clinico descritto vedremo come adottare strategie moderne di ricostruzione estetica nel settore posteriore, al fine di ottenere un risultato ottimale in tempi di lavoro brevissimi. Prenderemo in esame un 2.6 con un grosso restauro incongruo, infiltrato, per illustrare l’intera procedura clinica e i materiali più funzionali al risultato sperato.
Una volta isolato il sestante con diga di gomma, rimuoviamo, con frese a grana grossa cilindriche e troncoconiche, per intero, il vecchio restauro. Quindi eliminiamo selettivamente la carie mesiale con l’ausilio di frese a rosetta in ceramica e rifiiniamo la cavità mediante l’utilizzo di frese a grana media, polvere di glicina e gommini in silicone, facendo attenzione a ottenere margini ben definiti e in smalto sano.
Una volta montata una matrice sezionale, eseguiamo le manovre adesive adottando una tecnica di mordenzatura selettiva dello smalto per 30 secondi e l’utilizzo dell’adesivo universale i-bond Universal (Kulzer) con un brushing attivo di almeno 40 secondi sulla dentina e sullo smalto. Fatto evaporare il solvente con un energico soffio d’aria, quando la superficie della cavità apparirà lucida e il film di adesivo fermo, polimerizzeremo per 40 secondi con una lampada da 1000 mW.
Utilizzeremo una massa di Venus Pearl A2 della Kulzer per ricostruire la parete interprossimale, facendo attenzione a mantenere l’altezza della cresta il più simile possibile a quella adiacente. La stessa massa verrà utilizzata per ricostruire la parete vestibolare dell’elemento.
Ricondotta la situazione a una cavità di prima classe, utilizzeremo Venus Bulk fill della Kulzer per riempirla interamente, in un unico passaggio, lasciando solo uno spazio di circa 1,5 mm occlusale.
L’ultimo strato di composito verrà apportato con Venus Pearl A2, disegnando con spatoline e strumenti appuntiti i solchi e le creste del tavolato occlusale, lasciandoci guidare dalle cuspidi residue secondo i principi delle “essential lines”.
Eliminati gli eccessi e aggiunto un super colore all’interno dei solchi principali, così da dare maggiore profondità all’otturazione, controlleremo i contatti occlusali e la forza dell’area di contatto e lucideremo molto semplicemente con gommini in silicone e feltrini. La lucidabilità di questo composito è tale che in pochi secondi si riesce a ottenere una superficie liscia e lucida dell’intero restauro.
Questi tipi di materiali, in combinazione con tecniche che ne valorizzino l’efficienza, rendono la restaurativa di tutti i giorni semplice e veloce, e i risultati eccezionali a medio e lungo termine.

Vincenzo Attanasio
Libero professionista a Lamezia Terme