Apparati fissi multibrackets e allineatori trasparenti producono lo stesso effetto sul parodonto? L’analisi della letteratura mostra differenze sostanziali, ma non c’è un vincitore assoluto. Intanto l’ortodonzia si misura con le richieste del paziente adulto
Gli allineatori trasparenti e gli apparati fissi multibrackets sono alla base dei trattamenti ortodontici; entrambi esercitano un’influenza significativa sui tessuti parodontali, provocando dei cambiamenti sia a livello istologico microscopico, sia a livello della carica batterica parodontale. Ma quale dei due approcci è superiore ai fini del raggiungimento di un buono stato di salute per il paziente in trattamento e di una corretta funzionalità che permetta di migliorare le condizioni di malocclusione? Per rispondere a questa domanda abbiamo condotto un’attenta revisione bibliografica, analizzando le differenze macroscopiche emerse nell’analisi comparativa tra questi due apparecchi ortodontici.
Seguendo criteri di inclusione ed esclusione è stata realizzata un’approfondita analisi sulle principali piattaforme di ricerca mediche, le quali ci hanno fornito il materiale, basato su casi reali ed evidenze scientifiche, per poter fare una comparazione tra gli allineatori trasparenti e i dispositivi fissi multibrackets, con l’obiettivo di confrontare i seguenti parametri:
– livello di mantenimento igienico da parte del paziente;
– grado di colonizzazione batterica;
– indice di sanguinamento durante la prova di sondaggio parodontale;
– adattamento dei tessuti di supporto dentale rispetto alle distinte forze applicate;
– percezione dei pazienti riguardo a questi due tipi di trattamento ortodontico lungo il percorso terapeutico.
L’analisi: due terapie a confronto
Tutti conosciamo quali sono i fini e gli obiettivi della pratica ortodontica: il raggiungimento di un’adeguata funzionalità occlusale, una buona estetica dentale e del viso e la possibilità di offrire al paziente un miglioramento dal punto di vista dell’igiene domiciliare, in modo da prevenire anche ulteriori e diverse patologie, facendo sì che i risultati ottenuti possano essere mantenuti nel tempo evitando recidive.
Nel caso di pazienti che intraprendono un percorso ortodontico in età più avanzata, le necessità estetiche vengono spesso accompagnate da problemi parodontali; queste problematiche annesse sono quelle che richiederanno un trattamento ortodontico più attento e che, soprattutto, non produca situazioni anormali o di patologia a livello dei tessuti di supporto. Questi pazienti dovranno essere infatti seguiti sotto diversi aspetti, tanto sotto il punto di vista ortodontico, come parodontale e riabilitativo-protesico, in modo da raggiungere un vero e proprio stato di equilibrio a livello di salute orale.
Per questi pazienti l’ortodonzia non rappresenta, come si è soliti pensare, un rischio a livello parodontale per i tessuti gengivali e di sostegno, bensì una reale possibilità di ottenere un vero e proprio beneficio, dato dalla combinazione dei vari trattamenti effettuati. In particolare l’ortodonzia e la parodontologia faciliteranno, con il dovuto tempo, il raggiungimento di uno stato di mantenimento del parodonto equilibrato, il quale potrà quindi accompagnare il percorso ortodontico senza creare complicanze, insieme a una remissione della fase acuta di infiammazione a livello dei tessuti di sostegno del dente.
Proprio a questo proposito, uno dei primi punti che si è voluto analizzare è stato quello del compromesso igienico che si riusciva ad ottenere durante il trattamento: è infatti emerso come gli allineatori trasparenti, già solo per la loro possibilità di essere rimossi, facilitano questo aspetto, implicando anche minori superfici ritentive applicate direttamente sui denti. Diversamente, i pazienti in trattamento con apparecchi fissi convenzionali hanno rivelato degli indici di placca superiori, ciò rappresentando un fattore predisponente per la colonizzazione batterica, portando allo sviluppo, con maggiore facilità, di malattie di tipo parodontale o legate alla demineralizzazione dello smalto.
Di conseguenza anche l’indice di sanguinamento è apparso più elevato nei pazienti trattati con gli apparecchi convenzionali; tuttavia altri studi hanno dimostrato che con un buon controllo dell’igiene da parte del paziente, il sanguinamento diminuiva fino a eguagliare i risultati ottenuti con gli allineatori. Questo dimostra che i valori emersi dall’analisi del sanguinamento a livello del solco gengivale non sono correlati al tipo di apparato ortodontico in sè, ma principalmente al fattore igienico.
Quanto alla risposta che subiscono i tessuti di supporto nei confronti delle forze ortodontiche, i dispositivi fissi convenzionali, producendo dei movimenti meno intermittenti, permettono un migliore adattamento da parte dei tessuti rispetto agli allineatori, che prevedono tempi di cambio e quindi di attivazione più ravvicinati.
Con riferimento invece al confort e alle performance percepite, i pazienti hanno mostrato una preferenza complessiva verso gli allineatori trasparenti grazie alla loro comodità, estetica e velocità di trattamento, riferendo anche un livello di dolore moderato durante i vari cambi degli allineatori. Di fatto, diversi studi hanno dimostrato che numerosi pazienti in trattamento con apparecchi fissi convenzionali hanno dovuto fare ricorso ad antidolorifici per combattere il dolore delle prime settimane.

Paziente adulto affetto da patologia parodontale in trattamento ortodontico con allineatori
(Courtesy of Centro Medico Odontoiatrico Verolengo, Torino)
Non c’è un vincitore assoluto
Questa comparazione ha mostrato sicuramente delle differenze tra i due tipi di trattamenti.
Gli allineatori trasparenti permettono di mantenere un miglior livello di igiene orale, mentre gli apparati fissi costituiscono un fattore predisponente per i cambi a livello della microflora orale.
L’indice di sanguinamento si è mostrato superiore quando si vedeva relazionato con misure di igiene orale precarie, mentre non si sono evidenziate differenze significative in questo ambito legate ai due apparati.
Gli apparecchi fissi, diversamente da quelli rimovibili, consentono una risposta dei tessuti di supporto corretta ed equilibrata.
Infine, i pazienti riferiscono maggior discomfort e minore estetica riguardo agli apparecchi fissi multibrackets.
Martina Bonaudo
Odontoiatra
Bibliografia:
1. Lindhe J. Anatomia del parodonto. Ed. Edi.Ermes 1984, pp. 19-57.
2. Genovesi AM. La salute della bocca nell’era del microbioma. Protocolli clinici per l’igiene orale. Ed. Tueor Servizi 2020, pp. 49-52.
La bibliografia completa della revisione della letteraturs è disponibile su richiesta.
TERAPIA ORTODONTICA: TARGET NON È SOLO IL DENTE_Addentrandoci nell’ambito ortodontico è di utilità fare un passo indietro per ripercorrere quelli che sono gli elementi implicati nei movimenti ortodontici, ossia ciò che va a costituire la base del nostro parodonto e i meccanismi che regolano il processo di rigenerazione ossea attraverso i movimenti dentari.
Diversi sono i fattori che regolano il trattamento ortodontico al di fuori dei denti in sé, come ad esempio il tessuto osseo, il periostio, il tessuto cartilaginoso che avvolge le nostre articolazioni e il tessuto muscolare con la conseguente contrazione.
I denti, costituiti da smalto, cemento, dentina e polpa, hanno certamente un ruolo fondamentale a livello ortodontico ma allo stesso tempo è importante considerare e non sottovalutare la mucosa che li riveste. Infatti, i movimenti dentari esercitano una forza sulle gengive, sul legamento parodontale e sull’osso alveolare, provocando quello che conosciamo come fenomeno di rigenerazione ossea causato dai processi di alternanza di lavoro tra osteoclasti e osteoblasti (1).
Di recente, è stata introdotta una nuova classificazione riguardo ai fenotipi parodontali, che sono stati suddivisi in tre categorie (2).
Fenotipo sottile festonato: associato a corone di forma triangolare, caratterizzato da una convessità cervicale poco accentuata, contatti interprossimali vicini al bordo incisale insieme con una zona stretta di gengiva cheratinizzata, considerata in questo tipo sottile come anche l’osso alveolare sottostante.
Fenotipo spesso e piatto: caratterizzato da una forma più quadrata delle corone dentali, una convessità cervicale più marcata e da un contatto interprossimale situato in posizioni più apicale che dà spazio a una zona di gengiva cheratinizzata più ampia, la quale risulta in generale più spessa e fibrosa e sostenuta da un osso sottostante più spesso.
Fenotipo spesso e festonato: si può apprezzare la presenza di una gengiva fibrotica, denti definiti “snelli” con poca presenza di gengiva cheratinizzata e una marcata festonatura gengivale.
È dunque evidente come un ruolo fondamentale, svolto in primis dai denti, sia affiancato da altrettanti importanti elementi come la mucosa di rivestimento, l’osso alveolare e il legamento parodontale, dai quali non si può prescindere in una completa analisi clinica del paziente.
Martina Bonaudo
Odontoiatra
LA NUOVA ORTODONZIA: PAZIENTE ADULTO, ALLINEATORI TRASPARENTI_Nell’ultimo decennio la popolazione ha compreso sempre di più i benefici di una dentizione sana, forte e che possieda allo stesso tempo un aspetto estetico. Sicuramente nella società attuale si è registrato un notevole mutamento nell’idea della presentazione della persona: specie i social media hanno portato avanti il pensiero che il nostro aspetto esteriore e il modo in cui ci porgiamo di fronte al prossimo siano la nostra carta d’identità in numerose situazioni. Tanto le donne quanto gli uomini vogliono affermare la loro posizione nell’ambito lavorativo come in quello personale, e la sicurezza che ci può conferire un bel sorriso è una delle chiavi per presentare al meglio noi stessi.
Legato a quanto appena detto, si è visto un avvicinamento sempre più marcato al campo dell’ortodonzia da parte di pazienti di età comprese tra i 30 e i 60 anni, i quali ricorrono a questo tipo di specialità per potersi migliorare non solamente dal punto di vista della funzione orale ma anche a livello estetico.
A differenza dei bambini e degli adolescenti, i livelli di stress, la necessità di mantenere un aspetto discreto di fronte a diverse situazioni, come riunioni di lavoro, meeting e webinar, nonchè la richiesta di poter ottenere un risultato in tempi brevi, tipica dei pazienti adulti che hanno necessità sociali e lavorative, fanno sì che si creino alte aspettative nei confronti dell’odontoiatra e del trattamento che abbiamo previsto per loro.
Di conseguenza, anche l’ortodonzia ha dovuto fare dei passi avanti per potersi adattare al nuovo tipo di paziente che ricerca negli apparecchi ortodontici canoni estetici di livello superiore. Proprio per questo è sorta l’idea di fare una comparazione tra ciò che da sempre ha rappresentato la tradizione (gli apparti fissi multibrackets) e ciò che rappresenta invece la nuova frontiera di questo campo (gli allineatori trasparenti), per poter evidenziare vantaggi e svantaggi di ognuno sotto diversi punti di vista, con specifico riferimento alle differenti ripercussioni che hanno sul parodonto e sulla percezione dei pazienti.
Martina Bonaudo